La comunità internazionale continua a ripetere che la soluzione dei due Stati è la via da seguire per arrivare alla pace tra Israele e Palestina. Posizione che ha però il problema di non considerare i pareri e le scelte intraprese dalle due parti. Una, come se non fosse già chiara, è riemersa il 18 luglio, quando la Knesset, il Parlamento israeliano, con 68 voti a favore e solo 9 contrari ha approvato una risoluzione che respinge l’istituzione di uno Stato palestinese. Una decisione che rappresenta l’ennesimo ostacolo sulla strada degli accordi tra Tel Aviv e Hamas e che non ha lasciato indifferente l’Ungheria che, nel corso delle riunioni propedeutiche al prossimo Consiglio europeo Affari Esteri, ha bloccato una dichiarazione a 27 da parte dell’Ue sul conflitto a Gaza.
Non è chiaro su quali punti gli sherpa stessero discutendo a Bruxelles, ma per il rappresentante permanente di Budapest il voto alla Knesset ha evidentemente cambiato i fattori da analizzare e, quindi, il tenore della dichiarazione congiunta. Il Medio Oriente sarà nuovamente sul tavolo dei ministri il prossimo lunedì al Consiglio Affari Esteri e si sta discutendo l’agenda per una riunione del Consiglio di Associazione Ue-Israele in cui Gaza sarà al centro del dibattito ma non sarà l’unico tema. “Vogliamo mantenere un approccio bilanciato e affrontare anche altre questioni della nostra cooperazione”, ha spiegato un alto diplomatico dopo la mossa di Budapest. E la decisione della ha inevitabilmente cambiato certi equilibri.
L'articolo L’Ungheria blocca dichiarazione congiunta dei 27 membri Ue su Gaza dopo che la Knesset si è espressa contro lo Stato palestinese proviene da Il Fatto Quotidiano.