PAVIA. Mezzo miliardo di euro in meno per le università. Per la precisione la «riduzione», contenuta nella bozza di decreto presentata dal governo, è «pari a 513.264.188 euro». È quanto denuncia la conferenza dei rettori delle università italiane, alla quale ha partecipato ieri anche Francesco Svelto, in relazione allo schema di decreto ministeriale sui criteri per il riparto del Fondo di finanziamento ordinario delle Università (Ffo) per l’anno 2024 che prevede un taglio drastico dei fondi, secondo i responsabili degli atenei.
La protesta dei rettori
«Il provvedimento - rivela la Crui, riunita ieri in assemblea - presenta notevoli elementi di criticità che, se confermati nella versione definitiva del provvedimento, rischiano non solo di arrestare l’evoluzione virtuosa del sistema universitario nazionale ma di mettere a rischio la sopravvivenza stessa dell’università statale italiana. In tal senso, emerge la preoccupazione che una intera generazione di giovani ricercatrici e ricercatori non abbia prospettive».
Il rettore dell'Università di Pavia non commenta per il momento, ma il malumore dopo la notizia della decisione del governo ha suscitato la reazione immediata di tutti i docenti. In tal senso, «emerge la preoccupazione che una intera generazione di giovani ricercatrici e ricercatori non abbia prospettive». E non basta. Secondo i docenti, se il decreto venisse confermato, « sarebbe insostenibile coprire persino i costi del personale». La Crui, ha proposto ieri l'avvio di un tavolo con il Mur e con il Ministero dell'Economia per discutere alcune possibili riformulazioni degli indicatori di bilancio, «non più attuali». «L'articolazione del Ffo – sostengono – è superata, c'è un eccesso di vincoli che limitano l'autonomia degli atenei».
I tagli rispetto agli anni precedenti
Nel suo complesso – hanno spiegato i rettori in un lungo documento sottoposto ieri mattina alla ministra dell'Università Anna Maria Bernini– lo stanziamento complessivo verrebbe diminuito, rispetto all'anno precedente, di un ammontare pari a circa 173 milioni di euro con una generalizzata riduzione di tutte le componenti principali del Ffo, il fondo per gli atenei, rispetto al 2023 e, in alcuni casi, una riduzione addirittura rispetto al 2022. Questo stanziamento comprende 300 milioni del piano straordinario: la quota premiale calerebbe del 4%, la quota base - al netto della valorizzazione del personale tecnico e amministrativo e della compensazione degli scatti stipendiali si ridurrebbe del 9,18%, mentre la quota «storica» e la quota perequativa crollerebbero rispettivamente del 19,25% e del 9,33%, raggiungendo livelli assoluti inferiori a quelli del 2022. Anche per le Scuole ad ordinamento speciale, il calo effettivo rispetto alla previsione non è meno consistente: si calcola sul - 20%. Bernini ha giudicato la posizione dei rettori «inaccettabile» promettendo di «dettagliare voce per voce i finanziamenti già erogati e quelli programmati destinati agli atenei per una doverosa operazione trasparenza» aggiungendo che non si tratta di « scarsità di risorse, ma della loro gestione ottimale».