AZZANO DECIMO. «Esprimo la mia solidarietà e quella dell’amministrazione comunale a Luigi, Piera, Daniela e Fabio Gobbo per gli ingenti danni provocati dall’incendio che ha colpito la loro attività commerciale a conduzione familiare». Il sindaco di Azzano Decimo Massimo Piccini è arrivato presto sul luogo del disastro, preceduto dal suo vice Giacomo Spagnol.
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I due amministratori hanno cercato di portare conforto alla famiglia. «Un’attività – ha detto il primo cittadino – fondata da Gigi (Luigi) e dalla moglie Piera nel lontano 1970, attualmente gestita dai figli Fabio e Daniela. Le unità dei vigili del fuoco, che ringrazio sentitamente, sono prontamente intervenute da tutta la provincia e da Treviso per cercare di domare l’incendio, ma nonostante gli sforzi la struttura sembra irrimediabilmente compromessa. Come amministrazione avevamo già alle 6.30 informato polizia municipale, Protezione civile, personale comunale e Arpa».
Parzialmente risparmiata dal rogo solo la parte anteriore del negozio di vendita diretta al piano terra. Ma i Gobbo sono gente che non molla, già pronta a rimboccarsi le maniche per ripartire, da Luigi a Piera, ai figli Fabio e Daniela, tutti comprensibilmente scossi per quanto accaduto.
«Le fiamme – ha raccontato un dipendente dell’azienda – si propagavano a velocità impressionante. Non ho capito se il rogo si è originato dai punti di carica dei veicoli o dai pannelli fotovoltaici».
Lo stabiliranno le indagini dei vigili del fuoco, cui i titolari dell’impresa hanno fornito tutte le info a loro disposizione.
«Erano molto toccati da questo disastro – ha detto il vicesindaco Spagnol, che più tardi ha rassicurato i cittadini sulla qualità dell’aria – ma collaborativi. La Gobbo è un’azienda storica molto legata al territorio e generosa, di recente ha finanziato per la comunità un mammografo per assicurare controlli gratuiti alle donne di Azzano Decimo».
Realtà commerciale e famiglie apprezzate anche dai clienti. Uno di loro, un ristoratore di Conegliano, appresa la notizia si è precipitato sul luogo del disastro. «Aspettavo il pesce per il mio locale – ha raccontato –, poi ho saputo e sono corso qui. Anche per solidarietà nei confronti dei Gobbo, che sono fornitori e soprattutto amici».
