UDINE. Insieme fino alla fine, Ivan e Tatjana. Nella mattinata di martedì 17 luglio, alla casa funeraria Mansutti, in tanti hanno voluto dare l'ultimo saluto alla coppia trovata senza vita una settimana prima, nell'appartamento di via Bariglaria dove da anni i due anziani abitavano.
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Parenti, vicini di casa e amici si sono stretti attorno ai familiari di Ivan Cozianin, 77 anni, e della compagna 83enne Tatjana Bencan. A celebrare l'intima cerimonia funebre è stato il diacono Fiorino Miani, direttore dell'Ufficio diocesano pastorale della salute, che ha paragonato la coppia ai fidanzati ritratti nei dipinti di Peynet.
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«Nei suoi quadri - ha spiegato- c'è uno sfondo con valli, fiumi o tramonti e spesso un albero con accanto una panchina dove si siedono due innamorati". Da lì il diacono Miani è partito per ricordare "due persone che si sono trovate dopo aver vissuto una vita non facile, con sofferenze che noi non possiamo permetterci di commentare».
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Miani ha ricordato i trascorsi del padre di Ivan, partigiano della Osoppo, scomparso in circostanze misteriose a Roma nel 1947 proprio un paio di mesi prima che nascesse Ivan. E di come l'assenza della figura paterna abbia inciso sulla formazione e sulla crescita del 77enne.
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Ha ricordato anche della "porta che si era aperta" quando la nonna Katin ha preso con sé i nipoti Ivan e Lorenzo, e di come le origini friulane e bielorusse convivessero in loro. «Tatjana - ha detto il diacono Miani - ha preso Ivan dalla parte del cuore, una donna speciale per un uomo che aveva bisogno di essere capito. Ci voleva il suo amore per far crescere quelle piantine di speranza e amore che non avevano potuto crescere in gioventù».
E il bisogno di Ivan di dare agli altri quell'amore che nell'infanzia, vissuta in collegio, forse gli era mancata, si rifletteva «nella sua voglia di fare soprese ai vicini di casa: una borsa, un piccolo pensiero che potesse farli felici».
