Chi ha rovinato con sgasate e fracasso notturno una esperienza bella, l’attesa dell’alba sul Giau nel segno della fraternità tra i motociclisti, si prenda le sue responsabilità: «Vergognatevi. Non meritate quello che avete».
E dal prossimo anno le cose comunque cambieranno: l’appuntamento potrebbe diventare un evento privato, tra soli amici, oppure saltare del tutto.
Luca Tonon, ideatore e organizzatore della manifestazione Alba sul Giau, ha scelto il profilo Instagram dell’evento per esprimere tutta la sua amarezza su quanto successo nel fine settimana: moto lanciate rombando attraverso gli abitati nel cuore della notte, fracasso notturno al passo, le proteste dei residenti, lo sdegno del sindaco Camillo De Pellegrin.
Una situazione che l’organizzatore è il primo a stigmatizzare: «Tra varie scimmie urlatrici, sgasatori ridicoli, pistaioli della domenica, gente con la cassa con musica di m... e campeggiatori abusi, finisce la decima edizione dell’alba sul Giau, una delle più affollate, cosa che mi ha reso felice all’inizio, ma che poi mi ha messo un po’ di tristezza», è il messaggio lanciato su Instagram. «Lo spirito dell’evento si è un po’ perso, cosa per cui prossimo anno le cose dovranno cambiare per forza».
Lo sfogo di Tonon ha raccolto il sostegno di centinaia di biker, con “like” e commenti, contro il comportamento di una parte di irresponsabili.
«Un baccano incredibile tra chi parlava e urlava, moto che sgasavano, torce puntate negli occhi perché la gente doveva camminare», è il commento di un partecipante. «Alle 5 siamo scesi vicino perché non sopportavano più il casino sulla collina», scrive un motociclista di Pavia. «Peccato, perché l’evento è molto d’impatto, credo che col silezio totale (utopia pura), sarebbe anche più bella».
«Sto riflettendo con gli amici su quanto accaduto, probabilmente non organizzeremo più un evento pubblico ma semmai si farà per un gruppo ristretto di amici, se si farà», spiega Tonon, che già domenica aveva espresso dispiacere per l’accaduto. «Sono totalmente dispiaciuto, non è questa la natura dell’evento, che nei primi anni era comunque più gestibile visto che c’erano meno partecipanti e che questi hanno sempre dimostrato rispetto e seguito le regole che tante volte ho ricordato sulla pagina dell’evento. Le lamentele della gente di Val di Zoldo sono giuste, se si passa di notte in un centro abitato bisogna sapere che, anche se non c’è nessuno in strada, nelle case attorno ci sono le persone che dormono, è irrispettoso quello che è successo. Ma d’altra parte ho avuto anche riscontri positivi da parte di alcune attività zoldane e da alcuni rifugi, e questo mi ha fatto molto piacere. Ma sicuramente per l’anno prossimo devo capire se è un appuntamento che si può rifare o se è destinato a restare un bel ricordo delle edizioni fatte tra amici».
E se l’attesa dell’alba sul Giau invece tornasse con la collaborazione delle realtà locali, per impedire gli eccessi e valorizzare comunque la potenzialità di promozione della bellezza della Val di Zoldo? Una ipotesi che non dispiacerebbe a Tonon. «Mi piacerebbe proporlo, magari collaborare con gli enti e le forze di polizia per lanciare il messaggio che la strada della Val di Zoldo non è una pista. Sono pronto a fare un passo indietro se necessario ma d’altra parte in questa decima edizione c’è stato un boom di partecipazioni e se ci fosse la possibilità di andare avanti con ordine e rispetto del territorio mi farebbe molto piacere».
Ragionamenti se ne possono fare, lascia aperto uno spiraglio il sindaco Camillo De Pellegrin, ma la parola deve andare alla comunità locale, a chi vive il territorio quotidianamente.
«Sono anche io motociclista», dice De Pellegrin, «ma le scelte vanno condivise con il territorio. Un evento può fare felici mille motociclisti, ma mille moto che attraversano un paese in piena notte disturbano una comunità intera e anche i turisti che in quella comunità hanno la casa di villeggiatura o trascorrono le ferie. Dobbiamo chiederci se certi eventi siano compatibili con le Dolomiti patrimonio Unesco. Ragionamenti in ogni caso se ne possono fare, non sono contrario a prescindere agli eventi motociclistici ma bisogna evitare di danneggiarsi reciprocamente».
