PORPETTO. Letteratura friulana in lutto: se ne è andata, sabato 13 luglio, all’età di 83 anni la giornalista e scrittrice Caterina Zaina, vedova di Carlo Castellaneta (scomparso nel 2013).
Viveva a Porpetto. Era nata a Udine, il 23 gennaio 1941, in una camera della villetta di Via Spalato dove la madre, la famosa scrittrice friulana Gina Marpillero aveva vissuto con nonna Luigia prima di sposarsi. Il suo ultimo libro “Balliamo un altro twist” (Gaspari), scritto con la consueta ironia, lo aveva presentato insieme al figlio Dario Castellaneta soltanto pochi mesi fa.
Scrittrice, giornalista per molte testate (aveva collaborato anche con il Messaggero veneto), una lunga permanenza a Milano accanto al marito. Una vita ricca e intensa, di cui attraverso i libri e soprattutto con uno spettacolo teatrale ne aveva raccontato con generosità e autenticità alcuni passaggi, così come si può fare mettendo giù la propria storia sulla carta con cura e gentilezza.
Zaina aveva infatti voluto nel 2018, uno spettacolo teatrale “La signora dice”, per ricordare il marito, lo scrittore Carlo Castellaneta. «Volevo che Carlo non fosse dimenticato», aveva raccontato.
«E così ho incontrato il regista Igor Grcko e lui mi ha fatto una lunga intervista. Ne è venuto fuori un monologo per il palcoscenico e sí, “la signora sono io. Le parole della nostra storia, di Carlo e mia, sono affidate alla colf, che racconta, indirettamente, parte della vita che lui ha vissuto con me».
Un monologo intenso con molte donne sedute in platea visibilmente commosse, ma non una storia strappalacrime né una perfetta love story. Sposata due volte con Carlo Castellaneta, Caterina Zaina aveva confidato: «Avevo 34 anni, lui undici più di me. A un certo punto mi lasciò. Ci separammo per quindici anni, ma poi ci siamo risposati una decina di anni prima della sua scomparsa. Il monologo teatrale vuole essere un insegnamento a tante donne e a tanti uomini. Sono tutti impegnati a punire, pochi a perdonare. Io ho aperto il mio cuore e ho raccontato tutto».
Nel libro “Un romanzo in venti case e un giardino”, (sempre edito da Gaspari), Caterina Zaina aveva invece tracciato la mappa sentimentale delle molte case abitate e piene di ricordi impigliati qua e là.
Un bel libro, scritto con disarmante schiettezza, quasi un viaggio iniziatico in cui la protagonista giunge al traguardo senza mai perdersi di vista, un racconto, che iniziava dalla prima casa a Udine, fino a Porpetto e Venezia, passando per le case milanesi, un diario di una vita vissuta tra molte conquiste lavorative, con le relative difficoltà di gestione di una famiglia e di un figlio, ma è anche mappa da viaggio di una donna capace di distaccarsi dalle sconfitte e di raccontarle con onestà.
Anche il dolore di quelli che lei stessa descriveva come fallimenti, «perché la separazione per qualunque motivo avvenga è sempre una sconfitta, anzi un vero lutto nel corso della propria vita» lo aveva centellinato in folgoranti e sagge dichiarazioni: «Si può trattenere un uomo che si innamora di un’altra donna e che intende lasciare la propria moglie e suo figlio?».
Di quel particolare libro quello che l’autrice consegnava al lettore, oltre al racconto di un grande amore, era soprattutto l’idea attualissima che una donna possa cavarsela da sola, nonostante le delusioni e i fallimenti, se ha sé stessa e un’incrollabile fede nella vita perché il desiderio inesausto di progettare, modificare, adattare, prendersi cura conducono infine al giardino che sì, come scrive: «È come l’amore, si può programmare, curare, ma il successo non è mai assicurato: o troppo caldo o troppo freddo, o troppa acqua, o...» ma è comunque l’approdo e la migliore ricompensa per chi non ha mai smesso di seminare, cambiare, nutrire, immaginare.
In autunno è previsto un incontro pubblico in suo ricordo a Villa Dora a San Giorgio di Nogaro. Caterina Zaina era stata anche consigliere comunale a Porpetto ed era l’anima di molti eventi culturali con l’associazione Nesos. Per volere della scrittrice, i funerali saranno celebrati in forma privata.