Esattamente due mesi fa, il 13 maggio, Ganegedara Ramesh Buwaneka Karunadasa, 23 anni, scrive e firma una lettera da allegare agli incartamenti per la richiesta di riconoscimento dello status di protezione internazionale. Originario dello Sri Lanka, è arrivato in Italia dalla Norvegia il 6 aprile.
Senza documenti, avvia l’iter attraverso i Servizi sociali del Comune di Padova e l’Ufficio Immigrazione della Questura della città del Santo per mettersi in regola.
«Chiedo scusa al Governo italiano per essere emigrato in Italia in modo così irregolare», scrive nel documento. E ancora: «Credo che le condizioni in Italia siano favorevoli affinché chiunque possa vivere qui».
Due mesi dopo, le parole scritte nella lettera suonano come un testamento. Ganegedara Ramesh Buwaneka Karunadasa è infatti annegato domenica 14 luglio nelle acque del Brenta dopo essersi immerso per recuperare un pallone con cui stava giocando con gli amici.
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Con il 23enne è morto anche Bogdan Stefan Cristoiu, 30 anni di Curtarolo, che si è gettato in acqua vedendolo in difficoltà, ma non riuscendo più a riemergere.
Io, Ganegedara Ramesh Buwaneka Karunadasa sono originario dello Sri Lanka e sono anche seguace della religione buddista.
Sono venuto nel Regno di Norvegia e, avendo saputo che a quel tempo molti srilankesi vivevano in Italia, sono venuto in Italia.
Credo che le condizioni in Italia siano favorevoli affinché chiunque possa vivere qui.
Poiché la religione principale del paese è la fede cattolica, tutte le persone sono molto umane e gentili. Questa è davvero una benedizione enorme.
È abbastanza facile vivere in un paese del genere e non ho assolutamente alcun timore riguardo al mio futuro.
Tuttavia, in Sri Lanka, a causa della politica disordinata e corrotta, il Paese è stato finora soggetto a una grande instabilità. Per questo motivo, la disoccupazione è diventata prevalente nel Paese. Le istituzioni rilevanti per il settore privato, a causa dell'aumento dei costi e del pesante carico fiscale, si trovano ad affrontare condizioni di perdita. Molte istituzioni hanno dovuto chiudere. Altri hanno dovuto ridurre le opportunità di lavoro.
Gli investitori che gestivano fabbriche per lo sviluppo delle esportazioni situate nelle zone industriali di Katunayake e Biyagama hanno iniziato a spostare le loro istituzioni fuori dal Paese.
Anche le opportunità di lavoro previste nel settore governativo sono diminuite a causa delle restrizioni sul numero dei dipendenti e del licenziamento della forza lavoro temporanea. Nell'ambito di un piano di ristrutturazione quinquennale a questi dipendenti è stato concesso il permesso di cercare lavoro all'estero.
Ho partecipato ad attività politiche nel Paese insieme ai partiti politici.
Tensioni, scontri e lotte si verificano tra i diversi partiti e membri a causa delle differenze di opinione. Né il governo né l’onorevole sistema giudiziario sono stati in grado di trovare una soluzione rapida a nessuno dei problemi sopra menzionati.
Pertanto, non esiste alcuna sicurezza democratica o economica nel paese. A causa dei conflitti e delle vendette tra i membri dei partiti politici, è diventato necessario migrare per garantire la sicurezza personale e proteggere la vita.
Chiedo scusa al Governo italiano per essere emigrato in Italia in modo così irregolare.
Se dovessi tornare in Sri Lanka, potrei trovarmi di fronte a gravi conseguenze e a gravi difficoltà finanziarie. Chiedo pertanto al Governo italiano di concedermi molto gentilmente lo status di rifugiato.
