IVREA. È cominciato tutto in piazza Lamarmora venerdì notte verso le 23, quando hanno danneggiato il dehors di un bar già chiuso. E poi, è finito intorno alle 3 in un bar aperto in corso Nigra, dove sono entrati con dei coltelli, hanno ferito una persona con un vaso e hanno rimediato una denuncia per lesioni. Non è certo se si tratti effettivamente delle stesse persone. Le descrizioni, però, corrispondono: si tratta di ragazzi molto giovani.
In piazza Lamarmora, appunto, i giovani hanno iniziato a spintonarsi e a tirarsi le sedie del dehors, rompendone alcune. A terra anche uno dei vasi con le piante. Erano un gruppo di ragazzini, saranno stati in 5 o 6, ma altri continuavano ad accorrere dal Borghetto.
Sembrava finita lì, ma poi più tardi in tre si sono presentati in un bar aperto di corso Nigra. Due di loro erano armati di coltelli e sono stati disarmati dagli avventori. Hanno iniziato a infastidire i clienti e hanno ferito una persona tirando un vaso. Poi, sono andati via. Ora i carabinieri della Compagnia di Ivrea, intervenuti sul posto a fatti accaduti, stanno cercando di ricostruirli e tentano di capire chi sono. È partita una denuncia per lesioni ma, al momento, contro ignoti.
Sulla questione del disagio dei giovanissimi si era già discusso in consiglio comunale, dopo una mozione del consigliere di Fratelli d’Italia Gabriele Garino. In quel caso, però, ci si era soffermati sull’uso del termine baby gang. La destra eporediese sostenevano che erano presenti in città, mentre la sinistra di governo, sosteneva che, per quanto la delinquenza giovanile sia presente in maniera episodica anche a Ivrea, non ha assunto caratteristiche tali da poter definire il fenomeno in questo modo. Perché quello delle gang, è appunto un fenomeno molto preciso: basti pensare ai “latinos” di Milano. «Anche secondo le forze dell’ordine, con le quali ci siamo confrontati, una presenza capillare delle baby gang non esiste in città, e l’uso del termine risulta perciò eccessivo – aveva commentato a riguardo la vice sindaca e assessora alle politiche giovani Patrizia Dal Santo –. Si tratta più di un problema di percezione che fattuale».
Invece Garino era di parere completamente opposto: «Nella sala del consiglio – aveva detto successivamente – abbiamo purtroppo assistito all’ennesima bocciatura, come in tante altre occasioni su ogni tema che viene affrontato dalla minoranza, su un argomento così delicato atto a sensibilizzare questa amministrazione a collaborare con le forze dell’ordine su un piano di prevenzione che includesse anche l’uso delle telecamere e un progetto di informazione culturale nelle scuole, per informare i ragazzi con lo scopo di non avvicinarli alla criminalità».
