BORGARELLO. A 75 anni Pino Scotto, tra concerti e trasmissioni televisive, è una forza della natura. Il grande rocker – cantautore e frontman di band come i Vanadium, i Fire Trails e i Pulsar – sarà ospite dello Stand Bike Cafè venerdì 19 luglio alle ore 21 (ingresso libero). Nel locale di Borgarello sarà accompagnato dal chitarrista Steve Volta: «Proporremo – spiega Pino Scotto che prima di rilasciare l’intervista pone una condizione: dargli del tu – un viaggio nella storia del rock in parole e musica in acustico: una storia che è anche la mia di quando, da ragazzino scoprii, a Monte di Procida dove sono nato, Elvis Presley: tutti ascoltavano i cantanti italiani, il re del rock and roll mi cambiò, letteralmente, la vita: fu come una illuminazione. Quel genere musicale è diventato una ragione di vita, anche una scelta culturale che non ho mai barattato con nulla. Quando sento che il music business comincia a inquinare le situazioni in cui mi trovo, io faccio una cosa semplicissima: tolgo il disturbo. Non sono tipo da compromessi».
Un giudizio sul rock italiano che scala le classifiche...
«Mi vengono in mente – risponde il rocker noto anche per la schiettezza delle sue opinioni, non solo sulla musica – i Maneskin: dico che sono un’operazione commerciale molto ben riuscita, su di loro hanno investito una montagna di soldi; dico anche che nel nostro paese ci sono band che hanno veramente talento, a differenza dei Maneskin, e che sono del tutto sconosciute. La ragione è molto semplice: non c’è più un’industria discografica degna di questo nome, capace di supportare i giovani bravi. Credo di poterlo affermare: faccio parte infatti della giuria di Sanremo Rock, ho visto suonare dei gruppi pazzeschi, vincono ma poi si perdono in quel nulla che è diventato il nostro mercato discografico. Come dicevo prima: qualche operazione commerciale fatta a tavolino va ancora a buon fine, poi il poco che resta viene investito nel genere che oggi va per la maggiore, ossia il trap. Che poi per me non è musica. D’altronde il degrado musicale rispecchia perfettamente il degrado culturale di un paese che si vuole tenere nell’ignoranza».
Eppure il rock, dato per morto tante volte, continua a risorgere dalle sue ceneri. Che consigli senti di dare a un giovane che voglia intraprendere la tua carriera?
«Di ripartire dal blues, io stesso sono un rocker che viene dal quel genere. Se non cominci dal blues non capisci come usare la voce, non capisci nulla di questo mestiere, che poi è un’arte che merita rispetto».
Pino Scotto coerente e intransigente...
«Certo, io ho visto suonare dal vivo gente come Jimi Hendrix, per me il rock è una cosa seria. Richiede impegno, fatica, rispetto innanzi tutto del pubblico: non ho mai suonato in playback in vita mia...».