PAVIA. Il Ticino sembra rinato dopo anni di secca. Secondo gli ultimi dati della Regione, infatti nel bacino del fiume c’è oltre il 40% di acqua in più rispetto alla media tra il 2006 e il 2020.
Un effetto visivo chiaro, lampante, rispetto a due anni fa. Il 2022 della grande siccità. Allora il fiume vicino al ponte Coperto era quasi diventato un rigagnolo, ora invade ancora le aree verdi intorno al fiume. «Riempie il cuore vederlo così» spiegavano ieri diversi vogatori in riva al fiume. Secondo gli ultimi dati il bacino del Ticino e del lago Maggiore risulta superiore alla media del periodo 2006-2020 facendo segnare un +43.5%.
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Inoltre negli invasi artificiali collegati al bacino la presenza d’acqua è superiore del 21,7% rispetto alla media 2006-2020 e del 120% rispetto ai lavori minimi registrati negli ultimi 18 anni. «Inoltre il volume d’acqua nel lago Maggiore risulta superiore del 15% alla media del periodo 2006-2020 e superiore ai valori minimi del periodo di riferimento del 289%» spiega l’ultimo bollettino regionale di pochi giorni fa sulla situazione dei fiumi lombardi.
Le associazioni remiere
Due anni fa le associazioni remiere di Pavia si erano trovate sul fiume con una manifestazione aperta alla città, per lanciare l’allarme per le condizioni dell’amato Ticino. «Sicuramente fa piacere vedere il fiume così dopo anni segnati dalla siccità, una situazione che ci ha allarmato» spiegano dai vertici della Canottieri Ticino. «La situazione del fiume di quest’anno è decisamente migliorata rispetto agli ultimi anni, il flusso di acqua in uscita dal lago Maggiore è continuo - spiega Guido Corsato, a capo della Battellieri Colombo -. Il flusso d’acqua garantisce la possibilità di fare attività di remo e con le barche, ma fa sì anche che la vegetazione che invadeva il letto del fiume sia stata ridotta e rientrata nei ranghi. Ora contiamo anche sull’impegno annunciato dal Comune di Pavia per i lavori di rinforzo e riqualificazione delle sponde del fiume in città».
Secondo un uomo di fiume come Alessandro Bacciocchi, della Vogatori «in questa stagione a memoria d’uomo non si ricorda così tanta acqua» spiega. «Un fenomeno sicuramente straordinario quello di quest’anno, estremo come la siccità di due anni fa - aggiunge Alessandro Bacciocchi -. Sicuramente per la salute del fiume è meglio vedere più acqua che vederne poca. Il flusso di quest’anno è dovuto alle nevicate di marzo e al disgelo che continua tuttora. Speriamo che anche in futuro la situazione possa essere questa». Il forte flusso d’acqua nel fiume è visto positivamente anche dal parco del Ticino, ente che tocca 47 comuni e nelle cui area ci sono 6mila specie viventi. L’ente negli scorsi anni, segnati dalla siccità, aveva spiegato proprio come l’acqua fosse la risorsa necessaria per garantire la sopravvivenza dell’ambiente intorno al fiume.
Le sponde frequentate e i rischi
Un fiume in salute, almeno quest’anno, e le sponde frequentate per trovare refrigerio. Resta comunque il divieto di balneazione su tutto il corso del Ticino. «Anche vediamo qualcuno che non lo rispetta» evidenzia Guido Corsato. Con una portata d’acqua maggiore aumentano ancora di più rischi ed insidie che il corso del Ticino da sempre nasconde, con diversi episodi tragici che si sono verificati negli ultimi anni. Bagnanti che si sono buttati nel fiume ed hanno perso la vita. —
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