Gambe scultoree, glutei d’acciaio, addominali scolpiti. Il tutto senza versare la una goccia di sudore. Sembra un miraggio, eppure i risultati della ricerca di un gruppo di scienziati della Washington University School of Medicine di St. Louis, pubblicati sul Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics, promettono questo obiettivo. Grazie a una pillola in grado di sostituire l’esercizio fisico con gli stessi benefici per la salute.
L’autore principale dello studio, Bahaa Elgendy, specializzato nello sviluppo di nuovi farmaci e in chimica farmaceutica, nel presentare SLU-PP-332, questa la sigla del principio attivo, ha già messo le mani avanti: «Non possiamo sostituire completamente l’esercizio fisico, che è importante a tutti i livelli» ha dichiarato. «Ma ci sono casi in cui può essere necessario un sostituto. Pensiamo a pazienti che soffrono di patologie come l’atrofia muscolare, l’insufficienza cardiaca e le malattie neurodegenerative. In tal caso SLU-PP-332 rappresenta una rivoluzione». Questo composto chimico è in grado di far «bruciare», per ora su topi trattati per un mese, dieci volte più grasso rispetto a quelli non trattati e fargli perdere in appena 30 giorni il 12 per cento del peso corporeo, pur continuando a mangiare la stessa quantità di cibo. E ci riesce ingannando i muscoli, che «credendo» di fare ginnastica, attivano rapidamente il metabolismo.
Una volta assunto, la molecola attiva le proteine specializzate nell’adattamento allo stress e «ordina» ai muscoli di innescare le stesse reazioni che avvengono durante l’allenamento. Tra i benefici, migliorano la resistenza fisica, l’insufficienza cardiaca, le malattie neurodegenerative, la funzionalità renale. Gli effetti collaterali, al momento, non sono noti perché il farmaco è ancora alle prime fasi di sviluppo. Gli scienziati stanno quindi studiando come trasformarlo in una pillola stabile, visto che per ora è soltanto iniettabile. Si sa già però che i benefici si esauriscono se si interrompe la somministrazione. Per cui, o si instaura un nuovo stile di vita che renda i risultati permanenti, o si deve assumere il farmaco a vita.
«Le evidenze scientifiche sono per adesso limitate» avverte il fondatore e presidente dell’Istituto Mario Negri, professor Silvio Garattini. «Gli studi nel topo indicano una possibile utilità del farmaco, ma bisogna aspettare per vedere quali saranno i risultati nell’uomo». Non è certo infatti che gli esiti ottenuti sugli animali siano gli stessi che si otterranno sulle persone. «Molto spesso coincidono, però tante volte ciò che osserviamo negli animali da esperimento non lo vediamo nell’uomo perché si tratta di situazioni diverse, di metabolismo diverso».
Concorda Marcello Celestini, direttore Tecnico di FisioBios, già primario di Medicina fisica e Riabilitazione dell’Ospedale S. Spirito di Roma. «Non conosco ancora bene la molecola testata sui topi. Certo è che l’allenamento fisico attiva la muscolatura striata e quindi incrementa il trofismo muscolare. Mi domando, come medico e fisiatra, in che modo una molecola sintetica possa stimolare la biologia di una potenziale unità motoria. La sperimentazione, sicuramente fatta in maniera seria, ha portato a risultati positivi, ma ci andrei piano». Riconosce però che se questi risultati fossero dimostrabili anche sull’uomo, sarebbe una scoperta importante. «Per esempio nelle patologie che non consentono di attivare la muscolatura con conseguente afasia motoria o ipomiotrofia. Nei pazienti con disabilità questa molecola potrebbe restituire tono e volume ai muscoli, anche se non un recupero completo. Studio e curo i pazienti che hanno disturbi della contrazione muscolare e dell’attività dell’apparato locomotorio. Anche un aiuto iniziale per ripristinare tono e mobilità sarebbe un grande vantaggio».
È moderatamente ottimista Francesco Potì, farmacologo del dipartimento di Medicina e Chirurgia all’Università di Parma. Per lui ogni risultato, anche sui topi, è un passo avanti verso la produzione di un nuovo farmaco. «Gli studi sono, è vero, a un livello preclinico, e solo il 10 per cento delle molecole efficaci sui topi lo è anche sugli umani. Ma questi risultati identificano come trattabili farmacologicamente dei “bersagli” che sappiamo essere presenti anche nell’uomo, dove svolgono le stesse funzioni». Per «bersagli» si intendono parti della cellula che danno una reazione se stimolati farmacologicamente. Nella SLU-PP-332 il bersaglio è un recettore che si trova all’interno delle cellule muscolari, del fegato e cardiache. «Una volta capito che quel bersaglio, stimolato, provoca la reazione attesa, si procede con la ricerca della molecola giusta per sollecitarlo» prosegue Potì. «Nel caso in cui il farmaco SLU-PP-332 non dovesse funzionare sull’uomo, sarà compito dei ricercatori “aggiustare il tiro”, sviluppare altre combinazioni farmacologiche che attivino il recettore delle cellule muscolari umane». Oggi c’è un forte interesse generale intorno alle patologie metaboliche e verso tutto ciò che promette un miglioramento della salute cardio-metabolica allontanando il rischio di infarto, ictus, cancro. «Pensate se si unissero molecole che tengono a bada la glicemia, come fa l’Ozempic, e nello stesso tempo stimolano la muscolatura, come SLU-PP-332» riflette l’esperto. «Ci troveremmo davanti a un farmaco eccezionale».
Largo alle abbuffate sul divano? «Ovviamente no. Sarebbe un farmaco dedicato a chi è impossibilitato a muoversi o mangiare in maniera appropriata. Non ai pigri. Non sarebbe corretto, e nemmeno tanto sicuro, perché sono ignote le sue controindicazioni a lungo termine. Mangiare bene e fare movimento rimarrà sempre la migliore medicina».