Ai confini con l’Austria, la Valle Aurina, nella Provincia autonoma di Bolzano, è una meta speciale per rigenerarsi nella natura (e ritrovarsi). Il massimo delle vacanze-relax.
Prima di tutto la geografia: la Valle Aurina (Ahrntal in tedesco) è la più settentrionale della Repubblica, arriva fino alla Vetta d’Italia, al confine con l’Austria. Da queste parti ogni toponimo può dare origine a discussioni, ma dall’italianizzazione forzata del Ventennio alla convivenza linguistica di oggi, il mondo è cambiato. L’Alto Adige-Südtirol, ossia la Provincia autonoma di Bolzano, è luogo di pace e rigenerazione. Una meta per tutte le stagioni: se in inverno ha pochi rivali nelle vacanze bianche, in estate approfitta della bellezza donata da Alpi, foreste, malghe, cascate e corsi d’acqua per posizionarsi in alto nelle vacanze-relax.
Valle Aurina vuol dire conoscere un mondo di forte fascino naturalistico, dare del tu al genius loci dei boschi, sedersi a tavola con spiriti benefici, ascoltare leggende, prendere confidenza con i segni lasciati dall’uomo nei millenni. Non c’è un filo d’erba fuori posto, ma nulla è finto. La fatica della vita in montagna, in una valle discosta e magica, si è trasformata in diversità culturale, da avvicinare con rispetto per trarne giovamento fisico e spirituale. Cosa fare in Valle Aurina? Ci sono 164 malghe, più di 80 cime sopra i tremila metri, 120 sorgenti d’acqua, 35 laghi alpini, 9 cascate spettacolari. Scusate la mitragliata di numeri: solo così si capisce perché passeggiare lungo i sentieri è la prima cosa che viene in mente al turista. Non sbaglia.
La valle, nel parco naturale Vedrette di Ries-Aurina, è famosa per l’aria buona. La chiamano «il luogo dei respiri profondi». Lo è davvero. Si viene invitati a fare il Bagno nel Bosco, da non praticare impigliati nelle solite occupazioni mentali. Bisogna spegnere il cellulare, abbracciare un albero, stendersi sulle radici, rimanere in silenzio, respirare i profumi del muschio. Una terapia alla portata di tutti. In Valle si fa già a pochi passi dagli hotel: qui la foresta tutto avvolge, con il suo alito energetico. C’è poi il Centro climatico, nel cuore della montagna dove per secoli, fin dai tempi dei romani, veniva estratto il rame. Nella miniera di Predoi, chiusa negli anni Settanta, si accede (per un chilometro, con il trenino dei minatori) per respirare l’aria del microclima a umidità relativa intorno al 95 per cento, pura, perfetta per il trattamento di asma, bronchiti e allergie, benefica per tutti. Si sta stesi, avvolti nelle coperte, mentre gli operatori suonano gong e altri strumenti, per ingraziarsi le divinità ctonie.
Più faticoso raggiungere l’oasi naturalistica Wieser Werfer, «biotopo» a Predoi. Ci si arriva con un’ora e mezza di camminata (per gambe buone), da Casere. Il biotopo, con zona umida, botanica e fauna autoctone, non è una serra, né uno zoo, ma un fazzoletto di terra incontaminata. Luogo da osservare grati e commossi: la salvezza del pianeta parte da simili progetti.