GRADO Se alla notizia della retrocessione in Terza categoria il commento era stato “mai così in basso”, ora è proprio il caso di dire che si è finiti sott’acqua. Non come Fossalon, che si trova un metro sotto il livello del mare, ma che nonostante le difficoltà continua a vivere regolarmente, bensì in un oceano che non si sa quanto sia profondo e da dove, almeno fra un anno, si spera di riemergere.
Come conferma il presidente Raul Julian Scachinke, la gloriosa Gradese Calcio - nata ufficialmente nell’ambito della Figc (Comitato della Bassa Friulana) nel 1950 a seguito della fusione di due squadre - non si iscriverà nemmeno al campionato di Terza categoria.
Osserverà un anno di pausa dedicandosi unicamente al calcio a cinque e al settore giovanile e lavorando nel frattempo con la prospettiva di riprendere gli impegni della prima squadra dalla stagione 2025-26.
Insomma: dopo quasi tre quarti di secolo la Gradese sparisce dal mondo dilettantistico regionale. «Sono amareggiato, triste, anche deluso per le scelte fatte da alcuni giocatori che ci hanno abbandonato – spiega il presidente – tanto che il Direttivo della società, unitamente ai pochi calciatori gradesi rimasti, ha dovuto fare questa dolorosa scelta: per quest’anno niente prima squadra».
Ma quali sono precisamente i motivi che hanno indotto a fare una simile scelta?. «Come detto – afferma ancora Scachinke – alcuni giocatori hanno deciso di andare con il Terzo, alcuni pensano di optare per l’Aquileia. Ma, soprattutto, c’è il problema del campo, per il quale fino ad ora abbiamo dovuto pagare l’affitto al Comune».
Recentemente lo stesso Comune ha bandito una gara per l’affidamento in concessione. Unica partecipante e quindi vincitrice è stata proprio la Gradese. Il campo, dunque, c’è. La squadra no. «A parte il fatto che è ormai molto ma molto tardi per formare una squadra, in realtà non abbiamo ancora firmato il contratto per cinque anni. Il Comune ci dà circa 30 mila euro all’anno per la gestione ma noi dobbiamo pagare luce, acqua, gas... E poi dobbiamo sottoscrivere una fidejussione di ottomila euro l’anno, cosa che stiamo comunque vedendo di fare». Problemi tecnici per arrivare al contratto, dunque.
«Non solo», continua il presidente: «L’impianto deve ancora essere messo in sicurezza dal Comune. Ci sono da sistemare l’illuminazione, l’impianto idrico, i bagni» E, allora, per tutti questi motivi niente prima squadra: «No, niente prima squadra, anche perché abbiamo chiesto aiuto ad altre società vicine chiedendo loro se avevano degli Juniores da darci in prestito, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta positiva. Ci occuperemo in ogni caso del calcio a cinque, al quale parteciperanno anche i calciatori che sono rimasti con la nostra società, e vorremmo ricreare completamente il settore giovanile che da anni a Grado non c’è più. Oggi abbiamo solamente Piccoli amici e Primi calci ma vogliamo ampliarci a tutte le categorie giovanili».
Il dado è tratto, quindi. Tuttavia c’è ancora tempo per iscriversi, sino al 30 luglio, un miracolo può sempre accadere... «Io credo nei miracoli – taglia corto Scachinke – ma non in questo caso». Si chiude così una pagina di storia di quasi 75 anni, contraddistinta in passato dal raggiungimenti di vette importanti, addirittura l’allora Quarta serie con una partecipazione di pubblico straordinaria di pubblico. In realtà qui sull’Isola si gioca a calcio da molto tempo prima.
A Grado si era giocato sotto le insegne di Associazione Sportiva Libertas, Csi (Centro Sportivo Italiano) Virtus Intrepida e Fronte della Gioventù. Prima del 1950 era esistita anche l’Associazione Sportiva San Marco di Belvedere, che orbitava comunque attorno a Grado. In seguito, per un po’ di anni, Grado partecipò ai campionati Figc con due squadre contemporaneamente: oltre alla Gradese, in Terza categoria hanno giocato pure il Centro Giovanile Operaio Gradese e successivamente pure l’Associazione Sportiva Grado.—
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