Ci ha provato Lorenzo Musetti, ma Novak Djokovic si è confermato più forte. L’esito della semifinale di Wimbledon è stato questo. Il carrarino ha fatto vedere nella sfida ieri, sul Centrale dei Championships, i suoi miglioramenti in termini tennistici e di atteggiamento soprattutto, ma la differenza nel gioco si è notata. Nole, nonostante l’operazione al ginocchio destro a precedere questo Slam, ha mostrato una condizione fisica ottima e nello stesso tempo si è rivelato più solido nella fondamentale combinazione servizio-risposta.
Musetti, comunque, ha avuto il merito di rimanere sempre in partita e di non farsi mai prendere dalla frustrazione come gli era capitato in passato. Ha cercato fino alla fine di creare dei problemi al serbo. Di questo e di altro si è parlato nella conferenza stampa post match.
“Non mi aspettavo un Djokovic così e ho fatto i complimenti al suo team, perché tra i nostri 7 precedenti questa è stata la partita dove ho visto un Nole veramente a un livello più alto del solito. Io ho avuto questa sensazione dal campo, avendolo affrontato su diverse superfici in diverse condizioni, ho avuto questa sensazione. Probabilmente qui a Wimbledon è ancora più forte: il suo gioco si sposa benissimo a questa superficie. È quello che mi ha dato più fastidio nel suo gioco oggi, perché sull’erba contano tantissimo i colpi di inizio gioco. Specialmente in risposta mi ha complicato davvero tanto le cose, devo fargli i complimenti perché la sua risposta qui è davvero irreale. Io ho poco da recriminare, a parte qualche cavolata che però può essere indotta anche da un avversario del genere. Oggi mi ha concesso zero, gli ho fatto i complimenti sinceri“, ha rivelato il toscano.
Un match che Lorenzo ha vissuto con la voglia di divertirsi in campo, dando tutto quello che aveva, nella convinzione che con il livello espresso avrebbe battuto tanti altri giocatori del circuito: “È ovvio che mi avrebbe fatto piacere giocarmi la finale domenica. Però devo dire che mi sono divertito, mi sono goduto l’evento. Ma non solo oggi, tutte e due le settimane, è stata quasi una favola. Ripeto: ho veramente poco da recriminare. Stamattina Simone preparando il match mi ha detto ‘lui è più forte di te’, e l’unico modo per batterlo era tirare fuori il meglio di me e qualcosa che non si era ancora visto, perché su questo campo in 8 anni ha perso una partita. È un dato che fa capire chi hai davanti. Penso che lui abbia tirato fuori una partita di altissimo livello e alla fine sono d’accordo con quanto detto prima: giocando così io probabilmente avrei battuto tanti e anche con un altro tipo di Nole avrei fatto più partita, ma lui non me l’ha permesso oggi quindi ‘bravo lui’“.
Uno Slam dal significato molto particolare: “È un fiore che rinasce. Credo che sicuramente questo mese mi abbia portato delle gioie immense, dei sogni nel cassetto che avevo da piccolo che ho potuto realizzare. Ha tirato fuori il meglio. Sicuramente devo portarmi questo per il resto della stagione. Non è tanto il fatto di avere il livello per competere con i migliori al mondo, quanto mantenere questa continuità. Perché so che posso farlo. E so di poter essere in una posizione del ranking migliore, perché un altro dei miei sogni è quello di raggiungere la top 10. Anche perché l’anno scorso è andata male la seconda parte di stagione, quindi ho tanti tornei per poter far bene, per poter fare punti, per poter sognare di finire in alto in classifica e perché no azzardare di giocarmi le Finals a Torino“.
E ora si pensa alle Olimpiadi di Parigi, dove ci sarà anche la magica accoppiata con Jannik Sinner in doppio: “Non abbiamo avuto molto tempo per allenarlo, abbiamo anche scoperto tardi di essere noi l’altra coppia che scenderà in campo. Credo che con Jannik però ci sarà subito intesa tennistica. Non sarà un doppio di grossissimi schemi, non ci saranno da questo punto tantissime cose da provare. Però siamo due ragazzi talentuosi e magari riusciremo a trovare un’alchimia che andrà a completare le mancanza di uno o dell’altro. Penso che potremo essere una bella coppia di doppio e potere far bene. Riguardo le Olimpiadi per me è una soddisfazione rappresentare l’Italia. Lo è sempre stato. Anche in Coppa Davis, o a livello junior quando l’ho fatto. A Tokyo non ho sentito il clima olimpico perché era durante il Covid ed ero senza il mio team. Ho fatto fatica a esprimermi e probabilmente non nella condizione migliore per me. Giocarle a Parigi, al Roland Garros, sul campo dove forse ho espresso il mio miglior tennis, è qualcosa che mi fa ben sperare. Prima giocherò Umago comunque. Vediamo quando arriverò a Parigi perché dipende da cosa farò lì“.
Dichiarazioni da Vanni Gibertini