«Meloni vuole portare le spese militari al 2% del più significa aumentarle di 12 miliardi. Soldi con cui si dovrebbe invece dare l’istruzione e l’università gratis ai giovani del nostro Paese. Oppure con 12 miliardi all’anno si potrebbe fare un corposo rinnovo di contratto per il pubblico impiego.E ancora si potrebbe ripristinare il reddito di cittadinanza (8 miliardi circa); il fondo affitti (330 milioni circa) per le famiglie in difficoltà». Nicola Fratoianni ha regalato una delle pagine più belle di populismo un tot al kg che si ricordi. Lo ha fatto a margine del vertice Nato in cui al centro del dibattito tra i leader delle nazioni aderenti al Patto Atlantico erano le sovvenzioni all’Ucraina e soprattutto l’aumento delle spese militari dei vari paesi.
Quando Fratoianni dice che bisogna usare i soldi per la difesa in altri settori, sanità ed istruzione, pensa che la terra sia il paese delle fiabe, con gli uccellini svolazzanti e l’acqua limpida che scorre su prati verdissimi. Il mondo reale è piuttosto diverso e da quando esiste la società esistono le guerre, millenni… Ci si arma poi soprattutto per difendersi e prevenire attacchi di altri, non è che ci si armi per uno smisurato amore per la violenza fine a se stessa. La storia della Nato da questo punto di vista lo dimostra in maniera inequivocabile.
Sostenere quindi che non si dovrebbe usare soldi per le armi ma per scuole ed ospedali va bene se sei sul palco di Miss Universo e devi rispondere alla domanda: «Cosa vorresti dalla vita…», ma un leader politico dovrebbe restare a contatto con la realtà-
Anche perché la questione dei soldi spesi per la Nato è piuttosto spinosa. Proviamo a spiegarla con un paragone.
Facciamo che la Nato è in realtà un gruppo di amici che vanno al ristorante. Tutti mangiano la stessa cosa, tutti bevono lo stesso vino ma alla fine, quando arriva il conto, c’è chi paga di più e chi di meno. Ecco, oggi chi ha pagato di più si è un po’ stufato e chiede uniformità. Ed è difficile dargli torto.
Gli Stati Uniti per decenni hanno messo oltre il 7% del loro pil nelle spese militari e da soli (come dimostra questo grafico) spendono più del doppio di quanto facciano tutti gli altri paesi messi assieme; soldi che hanno contribuito in maniera molto pesante alla nostra difesa, alla nostra sicurezza e libertà nei decenni della Guerra Fredda ed in questo periodo caldo nel mondo. Tutti noi, Fratoianni compreso, abbiamo goduto di tutto questo, abbiamo goduto spesso senza ringraziare, anzi, e facendo finta che fosse normale (normale la sicurezza e normale che il conto lo pagasse soprattutto il Pentagono). Oggi gli americani chiedono quindi parità di spese, almeno in percentuale, e soprattutto chiedono il rispetto di un accordo siglato nel 2022 con il voto favorevole anche del Pd.
Non c’è quindi un motivo che sia uno per cui non si debba rispettare un patto internazionale, per cui non si debba aumentare le spese militari in un momento storico che lo rende necessario, oggi anche per la sicurezza degli ucraini, e per la nostra.
Ps. Elly Schleien sogna di arrivare a Palazzo Chigi, anche con i voti di Fratoianni. Ci piacerebbe sapere quale sia l’opinione sua e del Pd sulle spese militari e sulla presenza dell’Italia nella Nato. Perché un conto è allearsi, un altro è governare.