TRIESTE Tre passeur sono stati arrestati dalla Polizia di frontiera, fermati all’alba o di sera con ammassati in macchina cittadini stranieri privi di documenti e anche bambini, mentre tentavano di attraversare il confine con la Slovenia, tornato a essere presidiato dopo la sospensione del trattato di Schengen.
Non si fermano i tentativi di viaggiare illegalmente lungo le frontiere dell’Europa, come anche gli arresti ai valichi con Trieste, terminale delle rotte migratorie e del traffico di esseri umani che dai Balcani si irradia poi in Italia. La Polizia di Stato ha fatto ieri il punto sulle ultime operazioni.
Il primo passeur, un cittadino ucraino di 62 anni, è stato arrestato dopo un controllo all’alba dello scorso 28 giugno, al valico di Fernetti. L’uomo, alla guida di un’auto con targa italiana e titolare di un permesso di soggiorno emesso dalla Questura di Napoli, stava accompagnando oltre confine due cittadini turchi, di 26 e 31 anni, sprovvisti di documenti validi per l’ingresso e il soggiorno nei Paesi Ue.
Nel primo pomeriggio del giorno seguente, il 29 giugno, un secondo passeur, un 41enne cittadino albanese residente in Croazia, è stato invece fermato al confine di Rabuiese.
Proprio da questo valico passava la tratta dei cittadini cinesi, recentemente rivelata dal procuratore Federico Frezza: decine di persone portate in aereo dalla Cina alla Turchia e da lì giù per la Rotta balcanica, passando per Trieste fino a uno sperduto casolare in Veneto, dove venivano ridotti in schiavitù nei ristoranti e nei laboratori tessili. In particolare le ragazze, anche minorenni, spesso costrette a prostituirsi nei centri massaggi o negli appartamenti privati.
Un drammatico traffico di vite, sventato nell’ambito della maxi-operazione Chinese shuttles coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Trieste e condotta dalla Polizia di frontiera: un’inchiesta senza precedenti, terminata appena pochi giorni prima quest’ultimo fermo, che ha portato all’individuazione di oltre settanta cittadini cinesi e nove arresti di connazionali, oltre a una raffica di denunce.
In quest’ultimo caso, nell’auto del passeur albanese viaggiava invece un suo connazionale di 24 anni, privo dei requisiti di ingresso e soggiorno in territorio italiano nonché destinatario di tre provvedimenti di inammissibilità nell’area Schengen.
Poche ore dopo, sempre il 29 giugno, la Polizia di frontiera ha quindi fermato un terzo passeur al valico di Pese, un 25enne siriano residente in Olanda. Nella sua auto, con targa slovena, erano stipate sei persone: una giovane coppia turca con tre bambini (di due, cinque e sei anni) diretta in Germania e un altro cittadino turco maggiorenne, questi in viaggio invece per l’Olanda.
Sempre nelle ultime settimane la Polizia di frontiera ha concluso sei arresti nei confronti di cittadini per i quali erano in esecuzione provvedimenti disposti dall’Autorità giudiziaria italiana. Tra loro anche due cittadini italiani di 32 e 59 anni, identificati a bordo di un autobus romeno controllato a Fernetti ed entrambi condannati in via definitiva per reati contro il patrimonio.
Fermato poi un cittadino albanese di 25 anni, già espulso nell’ottobre del 2023, una cittadina romena di 47 anni destinataria di un ordine di carcerazione del Tribunale di Milano, un 35enne moldavo e una 34enne romena, entrambi con precedenti penali. Tutti sono stati trasferiti al carcere del Coroneo.