Una sola giornata, due smentite. È stato un venerdì nero per la sinistra costantemente impegnata a sostenere la tesi di TeleMeloni per la Rai e altrettanto costantemente contraddetta da dati e circostanze che mostrano la pretestuosità delle sue denunce. La prima smentita ha riguardato il “caso Francia”, ovvero il gran polverone alzato dall’opposizione, Elly Schlein in testa, sulla presunta mancata copertura delle elezioni francesi da parte della Rai dovuta, era l’accusa, a un risultato che sarebbe stato sgradito al governo. I dati presentati dall’Ad Roberto Sergio dimostrano non solo che la copertura è stata adeguata, ma anche che è stata più alta che in passato. La seconda smentita riguarda invece lo sciopero dei giornalisti del 6 maggio o, più correttamente, il suo fallimento. L’opposizione, anche stavolta con la segretaria Pd in prima linea, gridò a un boicottaggio da parte “dei vertici aziendali su precisi input politici”, che aveva portato a “una negazione del diritto di sciopero”. Oggi un giudice del lavoro ha chiarito, invece, che la Rai, con la messa in onda dell’edizione straordinaria del Tg1 da parte del direttore Gian Marco Chiocci, non violò alcuna prerogativa sindacale.
La relazione di Sergio è stata predisposta su richiesta della presidente della Commissione di Vigilanza, Barbara Floridia del M5s, nell’ambito della parlamentarizzazione del processo mediatico sollevato dall’opposizione contro la Rai. Dai dati emerge che la tv pubblica ha dedicato al tema delle elezioni in Francia oltre 9 ore di informazione, che solo sui Tg generalisti ha portato circa 20 milioni di telespettatori. A questi numeri vanno aggiunti gli utenti di Rainews24, della Radio e del portale Rainews.it. In questo contesto il dato di RaiNews24 trova particolare rilievo, perché la testata è ormai costantemente sotto accusa per quella che appare come una deliberata campagna politica contro il direttore Paolo Petrecca. Ebbene, dai dati risulta che dei 720 minuti della notte elettorale francese, che vanno dalle ore 18 del 7 luglio alle ore 6 dell’8 luglio, Rainews24 ha dedicato alle elezioni francesi 321 minuti.
“Ancora una volta i dati smontano analiticamente e senza possibilità di appello, la propaganda della sinistra che in questi giorni non ha fatto che ripetere la solita cantilena di una Rai che avrebbe censurato i risultati delle elezioni francesi”, ha commentato il capogruppo di FdI in Commissione di Vigilanza, Francesco Filini, sottolineando che “per l’ennesima volta la sinistra va a sbattere contro il muro della realtà, dei dati che smontano una campagna mistificatoria e bugiarda” su TeleMeloni.
Cambiano le circostanze, ma non la sostanza per quanto riguarda poi la questione dello sciopero del 6 maggio. L’opposizione, con l’assist dell’Usigrai e di Stampa romana, tuonò contro il presunto boicottaggio da parte di TeleMeloni. Ciò che avvenne, in realtà, fu che per la prima volta in Rai si teneva uno sciopero in regime di pluralismo sindacale, grazie alla recente nascita dell’Unirai. Finita l’era del sindacato unico, era finita anche l’era in cui i giornalisti non allineati a certi diktat non avevano rappresentanza e libertà di scelta. Ritrovata la possibilità di scegliere, molti giornalisti decisero di non aderire allo sciopero e il Tg1 e il Tg2 riuscirono ad andare in onda. Stampa romana fece ricorso contro il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci lamentando una condotta antisindacale. Il giudice del lavoro Laura Cerroni ha respinto il ricorso perché Chiocci “ha mandato in onda un’edizione straordinaria del Telegiornale della testata Tg1 senza fare ricorso al personale scioperante, potendo utilizzare quello regolarmente in servizio”.
Il tribunale del lavoro di Roma ha invece sanzionato Paolo Petrecca per la mancata lettura del comunicato sindacale nell’edizione Lis, sportiva e in inglese, dei notiziari andati in onda su Rainews24. Davvero una magra consolazione per la sinistra e i teorici della Rai-TeleMeloni. “La montagna ha partorito il topolino. Aspettiamo fiduciosi anche i pronunciamenti attesi a Pescara e Bari. Come abbiamo detto il 6 maggio il muro è caduto. Il monopolio è finito. Qualcuno si metta l’anima in pace. E come abbiamo detto sempre il 6 maggio auguriamo altre 100 (o centomila) di queste ‘vittorie'”, ha commentato il segretario Unirai, Francesco Palese.
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