Quei 49 comunicati stampa del Comune pubblicati durante il periodo di campagna elettorale non presentano «il requisito di indispensabilità» previsto dalla legge.
Ecco perché Palazzo Moroni è stato condannato per violazione della par condicio da parte dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Una condanna piuttosto blanda in realtà: dovrà pubblicare un comunicato sul proprio sito (Padovanet) in cui si informa proprio di questa decisione.
Ma una vittoria politica per il capogruppo di Fratelli d’Italia Matteo Cavatton, che aveva presentato un esposto all’Authority segnalando proprio la comunicazione dell’amministrazione come non appropriata nei periodi elettorali.
La legge sulla par condicio prevede infatti che durante il periodo che decorre dalla convocazione dei comizi elettorali (45 giorni prima della data del voto) sia vietato fare comunicazione istituzionale, se non quella strettamente necessaria. I criteri devono essere «impersonalità e indispensabilità dei contenuti».
Nell’ultimo periodo di campagna elettorale per le Europee, invece, Palazzo Moroni ha pubblicato sul proprio sito 49 comunicati stampa con anche frasi virgolettate di assessori o consiglieri che secondo la segnalazione di Cavatton erano «chiaramente individuabili attraverso l’enunciazione delle deleghe agli stessi attribuite».
Vale a dire: tutti sanno che il sindaco è Sergio Giordani o che il suo vice sia Andrea Micalizzi, dunque se anche non si mette il nome questo viene facilmente intuito dai cittadini-lettori. Una interpretazione sposata in pieno della commissaria dell’Authority Elisa Giorni, che ha portato alla delibera di condanna firmata dal presidente Giacomo Lasorella.
«Le regole democratiche valgono anche per Giordani e compagnia. L’abitudine a calpestare i diritti delle minoranze, li ha portati a credere che le norme si applichino soltanto quando vanno a loro favore – è il commento proprio di Cavatton – La condanna dell’AgCom è l’ennesima dimostrazione della protervia mista ad incompetenza che governa la nostra città».
Anche il comunicato inserito nel sito Padovanet per riportare la condanna è però contestato dal leader di Fratelli d’Italia: «L’avviso minuscolo e quasi illeggibile con cui sono stati costretti a porre rimedio alle reiterate violazioni delle norme sulla campagna elettorale dimostra una supponenza senza pari e lascia davvero preoccupati per le sorti di Padova e dei suoi abitanti – conclude Cavatton – Invito l’amministrazione a chiedere scusa all’elettorato con forme e modalità visibili e comprensibili, perché in caso contrario sarà mia cura nuovamente ricorrere all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni».
Il Comune potrebbe invece impugnare il provvedimento di condanna di fronte al Tar del Lazio, ma la pubblicazione sul sito della sentenza pare suggerire che non ci sia la volontà di farlo. Anche se in questo caso si creerà un precedente utile per le prossime campagne elettorali e valido poi per tutti i Comuni d’Italia.