La vicenda che ha coinvolto Chris Horner a inizio anno è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso di una situazione esplosiva interna al team Red Bull Racing F1. Il primo tassello che sta portando alla fuga dalla Red Bull ha una data precisa: 22 ottobre 2022, quando morì Dietrich Mateschitz, co-fondatore dell’azienda di bevande energetiche e proprietario della Red Bull Formula One Racing Team.
Il miliardario austriaco, aveva 78 anni, deteneva il 49% delle azioni Red Bull ed era tra le 100 persone più ricche al mondo. L’altro 51% dell’azienda di bevande energetiche a base di caffeina e taurina era detenuto dal thailandese Chalerm Yoovidhya, un personaggio che preferiva “stare dietro le quinte” anche se era stato proprio lui ad inventare la bevanda Krating Daeng (letteralmente Toro Rosso in thailandese) che Mateschitz poi, sul finire degli anni ’80, avrebbe importato in Europa ed esportato in tutto il mondo.
Mateschitz non solo ha lanciato in tutto il mondo la bevanda energetica Red Bull ma ha anche costruito intorno ad essa un impero sportivo di cui il Team Red Bull Racing F1 è solo il fiore all’occhiello. Ma è su questo che, ovviamente, vogliamo concentrarci oggi. Un secondo tassello fondamentale per comprendere la fuga in corso da Red Bull è da ricercarsi nell’accordo che lo stesso Mateschitz aveva portato avanti con i vertici di Porsche per riportare la casa tedesca nel Circus della Formula 1. Il piano dell’imprenditore austriaco era quello di avere Porsche come partner in F1, con un’opzione vincolante per rilevare poi l’intera proprieà del Team.
Le trattative andarono avanti per mesi ma la morte di Mateschitz fece saltare poi il tutto. A giocare un ruolo fondamentale in questo furono Chris Horner ed Helmut Marko che riuscirono a convincere Yoovidhya che l’operazione non doveva essere fatta e che poi, nel giro di pochi mesi, avrebbero trovato una valida alternativa al progetto Porsche.
Il terzo tassello della vicenda è poi rappresentato della rottura tra Horner e Marko. Il Team Principal, dopo aver fatto saltare l’accordo con Porsche e aver avuto l’appoggio di Yoovidhya, volle mettere in atto un piano che lo avrebbe portato a diventare azionista di Red Bull Racing. Per fare questo presentò un piano per la crescita del team che prevedeva l’ingresso di un nuovo partner per i propulsori che potesse lavorare nella struttura Red Bull Powertrains, costituita per supplire al disimpegno da parte di Honda. E ad aprile 2023 venne annunciata la partnership tra Red Bull e Ford per lo sviluppo della nuova generazione di Power Unit 2026.
Tutto questo non piacque a Marko né tanto meno a Jos Verstappen che cominciarono a tramare per provare a mettere in cattiva luce Horner agli occhi della proprietà. Il padre del pilota olandese cominciò anche a parlare con altri Top Team per un possibile approdo del figlio. A complicare poi il tutto, ci pensò anche il caso Horner, legato alla vicenda di suoi presunti comportamenti inappropriati verso una dipendente che ha poi sporto denuncia contro di lui.
In tutti questi mesi, il clima nelle sedi di Milton Keynes è peggiorato e molti dipendenti hanno preferito lasciare il team per trovare lavoro nelle vicine sedi di Mercedes, Williams, McLaren e Aston Martin. Qualche tecnico ha trovato posto anche in Ferrari. La “pedina” più importante che ha deciso di dire addio a Red Bull è stato però Adrian Newey che, da quanto sappiamo, non sarà l’unico primo riporto di Horner a lasciare il team austriaco.
E non a caso Toto Wolff ha parlato di un interessamento a Max Verstappen il quale, nella recente conferenza stampa piloti in Austria, non ha detto così chiaramente che resterà in Red Bull il prossimo anno. Alla domanda secca: “Resterai in Red Bull il prossimo anno?”, la sua risposta non è stata un sì deciso: “La cosa più importante è avere una macchina competitiva per il futuro”, ha detto Verstappen che quindi non ha escluso una sua uscita anticipata qualora la monoposto non sia più così competitiva. Nel video qui sotto le sue parole.
Riascoltando a distanza di qualche settimana l’intervista al pilota olandese, complici le due vittorie Mercedes e considerando che Red Bull ha totalizzato meno punti anche di McLaren, le condizioni per esercitare un’opzione a suo favore potrebbero esserci tutte.
E proprio in questo spazio tra le righe del contratto si sarebbe “infilato” Wolff che coltiva l’idea di avere Verstappen in Mercedes, per aprire un nuovo ciclo. La crescita della monoposto del team della stella a tre punte, unita alle difficoltà della monoposto austriaca, hanno portato Max e il suo entourage a pensare seriamente ad un’uscita dal team. Oltre a questo la “cosa” che non convince per nulla né i Verstappen né Marko è la partnership con Ford. E il 2026 è già dietro l’angolo.
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