I Giochi olimpici di Parigi 2024 incombono. Mancano un paio di settimane all’inizio di una manifestazione che, in chiave Italia, avrà in Julio Velasco uno dei personaggi da seguire con maggiore attenzione. Il fatto di essere divenuto CT della nazionale femminile di pallavolo nello scorso autunno ha giocoforza generato un forte tema in vista dell’evento a Cinque cerchi.
Sappiamo bene come la figura del tecnico argentino abbia assunto contorni quasi mistici grazie ai successi a raffica raccolti alla guida della nazionale maschile della cosiddetta “generazione di fenomeni” tra il 1989 e il 1996. Una squadra sostanzialmente priva di palmares si scoprì improvvisamente pressoché imbattibile, fregiandosi di 2 titoli Mondiali, 3 titoli Europei e 5 World League. L’intelligenza e l’arte oratoria dell’allenatore originario di La Plata contribuirono a farne una sorta di “santone”.
Un capo carismatico afflitto però dal vulnus olimpico. La medaglia d’oro più prestigiosa è difatti sempre stata negata a quella compagine eccezionale dalla “Chimera oranje”, ovverosia l’Olanda, che batté l’Italia letteralmente sul filo di lana sia nei quarti di Barcellona 1992 che nella finale di Atlanta 1996. Gli arancioni si inchinavano spesso e malvolentieri agli azzurri tra Mondiali ed Europei, ma ai Giochi olimpici inflessero due dolorosissime sconfitte in extremis alla squadra tricolore.
Tanta acqua è passata sotto i ponti da allora, però Velasco ha successivamente preso parte da allenatore a una sola edizione olimpica. Quella di Rio 2016, quando guidò la nativa Argentina sino ai quarti di finale, dove cedette al Brasile padrone di casa (e futuro vincitore del torneo).
A Parigi, Julio sarà per la prima volta impegnato con “l’altra metà del cielo”. L’Italia femminile, pur avendo un potenziale immenso, fatica a concretizzarlo. Chissà che con timoniere del suo livello, soprattutto per quanto concerne l’aspetto interiore, la consacrazione non possa arrivare a Parigi.
Per Velasco, quella medaglia d’oro mai agguantata sul finire del XX secolo, potrebbe diventare realtà a quasi 30 anni di distanza da quell’epoca aurea (seppur mai a Cinque cerchi). Sarebbe davvero una bella storia, degna di un film. Vedremo se a un mese da oggi, l’11 agosto, assisteremo a un lieto fine.