Con FUORICAMPO cercheremo di affrontare argomenti e temi non legati strettamente all’Empoli FC o a fatti contingenti. Uno sguardo al di fuori del campo da gioco, un contributo alla riflessione sul mondo del calcio nelle sue infinite sfaccettature, nelle sue implicazioni sociali ed economiche, nei suoi molteplici aspetti.
Iniziamo con un tema attuale per il periodo dell’anno nel quale lo affrontiamo: il caldo. Esiste un rapporto tra le alte temperature e le prestazioni degli atleti? Ci sono pericoli reali per la salute? Si sta facendo qualcosa?
Siamo in piena estate, tempo delle prime amichevoli. Il tema del caldo si ripropone non solo nella normale routine della nostra vita quotidiana ma anche quando, da spettatori, da tifosi, andiamo per assistere ad un evento sportivo. Se, come ci confermano gli scienziati di tutto il mondo, i cambiamenti climatici in atto sono irreversibili (l’anno 2023 è stato il più caldo di sempre) anche lo sport ci deve fare i conti. E lo testimonia rapporto Rings of fire: heat risks at the 2024 Paris Olympics nel quale si evidenzia come le le Olimpiadi di Parigi si svolgeranno in condizioni di caldo anomalo, con rischi significativi per la salute degli atleti. Il rapporto raccoglie i pareri di olimpionici, esperti di clima e fisiologi, che hanno analizzato la minaccia rappresentata dalle alte temperature nello sport. Nel rapporto si fa notare come con le temperature globali in continuo aumento, il cambiamento climatico dovrebbe essere considerato sempre più come una minaccia esistenziale per lo sport e si propongono alcune raccomandazioni per la autorità sportive: programmare in modo intelligente gli eventi in modo da evitare il caldo estremo; garantire la sicurezza di atleti e tifosi con migliori piani di reidratazione e raffreddamento; dare agli atleti la possibilità di esprimersi sui cambiamenti climatici; aumentare la collaborazione tra enti sportivi e atleti per le campagne di sensibilizzazione sul clima e rivalutare la sponsorizzazione dei combustibili fossili nello sport. Già nel 2022 il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) aveva prodotto un documento scientifico dove si stabilivano una serie di pratiche per garantire la sicurezza degli atleti, stabilendo per esempio che gli organizzatori delle competizioni devono essere trasparenti sui rischi ambientali, oltre a fornire misure preventive e assistenza medica.
Sono preoccupazioni non di qualche buontempone di turno ma di atleti e scienziati di tutto il mondo, di tutte le discipline sportive. Preoccupazioni che si traducono in raccomandazioni che le varie Federazioni dovrebbero accogliere e mettere in pratica. Penso ad alcuni orari nei periodi estivi in cui anche per chi assiste alle gare la calura e l’afa sono spesso insopportabili. Penso soprattutto ad alcuni orari di gare del Settore Giovanile che anche nei mesi già caldi vengono programmate la mattina alle 10.00…alle 11.30 se non addirittura alle 12.30 o alle 13.00, quest’ultimo orario divenuto ormai consueto nel Campionato anche in aprile o maggio o a settembre quando le temperature sono già elevate.
Pongo qui alcune riflessioni: può l’esigenza delle TV di un orario spezzatino prevalere sull’esigenza della tutela della salute pubblica? Le Società sportive, specie a livello giovanile, sono consapevoli di assumersi una responsabilità con la quale mettono a repentaglio la salute dei loro atleti? E le Leghe cosa hanno da dire? E la stessa FIGC?
Ovviamente non vanno dimenticati neanche i diritti degli spettatori che pagano un biglietto ed hanno il diritto di assistere ad un evento sportivo nel massimo della sicurezza, non solo in tema di ordine pubblico, ma anche per la propria salute. Qui si apre anche il discorso sugli Stadi…e quindi sul bla bla bla che da anni caratterizza l’Italia sul tema.
Il mondo del calcio più degli altri gira intorno al Dio denaro, lo sappiamo: assistiamo a quotazioni di giocatori spesso fuori da ogni logica, le Società si indebitano, gli ingaggi crescono. Richiamare l’attenzione di questo mondo su un tema universale come quello della salute è quanto gli organismi internazionali e nazionali del calcio dovrebbero fare. E’ una responsabilità che riguarda anche le Società ed i loro tesserati, i giocatori e anche noi, gli spettatori. Il silenzio sul tema è qualcosa che assomiglia un po’ ad una resa di un sistema sempre più disumanizzante ed un po’ ad una consapevole incoscienza di chi non vuole guardare a come cambia il mondo.
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