“A me il #vecchioday fa pis***** perché trovi nello stesso hashtag un uomo che qualche secolo fa sarebbe stato usato come modello per fare le statue di marmo e subito sotto Pier Ferdinando Casini”: nelle parole di un noto utente di X (@HuertDeAuteuil) c’è il succo del #vecchioday, ovvero una sorta di celebrazione in chiave ironica degli over, rigorosamente uomini. Si tratta di age shaming? Rispondete voi. Va detto che se da un lato i personaggio famosi (da Gerard Butler a Omar Sy) coinvolti vengono riempiti di complimenti (quasi sempre) per come sfoggiano la loro età, dall’altro vengono additati come “vecchi” uomini che certo anziani non sono. È il caso di Valerio Mastandrea che si è trovato coinvolto con tanto di hashtag e che non è certo vecchio anche se lui, con una dose di autoironia, è stato al gioco. “Ha 52 anni, non è vecchio”, scrive qualcuno. E lui: “Sanno quello che dicono”. Ancora, l’utente: “Ci ho provato” e di nuovo l’attore: “Per questo non ti dimenticherò mai”. Uno scambio ironico. Va detto che oggi, se da un lato i soliti haters (useremmo volentieri un’altra parola) continuano a usare parole violente e offensive sui social per commentare l’aspetto e il modo di invecchiare di chiunque, dall’altra l’età non è più un tabù almeno nella moda. Sempre più volti delle campagne dei brand più famosi sono ‘over’ e bellissimi. Tornando al #vecchioday, un appello: no, a 52 anni uno non è vecchio.
L'articolo “Valerio Mastandrea non è vecchio, ha 52 anni”: l’attore interviene direttamente sui social e i suoi commenti sono bellissimi proviene da Il Fatto Quotidiano.