Il video-commento del direttore Scanagatta
La seconda semifinale di Wimbledon sarà Rybakina contro Krejcikova, a completare il tabellone che già aveva designato Paolini contro Vekic. Elena Rybakina ha sconfitto Elina Svitolina per 6-3, 6-2, Barbora Krejcikova ha battuto Jelena Ostapenko per 6-4, 7-6(4).
Due partite concluse in due set quindi, anche se nel secondo confronto l’andamento è stato molto più combattuto. Per tutelare la regolarità del torneo e il fisico delle protagoniste, che torneranno in campo nel giro di 24 ore (senza giorno di riposo), gli organizzatori hanno scelto di far disputare i match in contemporanea. La mezz’ora di sfalsamento tra Court 1 e Centre Court è semplicemente una questione di tradizione, visto che sul campo principale in queste fasi di torneo si inizia sempre a giocare alle 13.30 (ora locale) mentre sul Court 1 alle 13.00.
Cominciamo dalla partita del Centrale (Rybakina b. Svitolina 6-3, 6-2). Trovate QUI la cronaca. Come indica anche la durata (61 minuti) Rybakina ha praticamente tenuto sempre sotto controllo la situazione, se si esclude il primo gioco del match, nel quale era al servizio: ha cominciato con troppe seconde e ha perso la battuta, esattamente come era accaduto nel turno precedente contro Kalinskaya. Poi però i suoi turni di battuta sono diventati “intoccabili”: zero palle break. A un certo punto si è trovata sotto 0-30: prima vincente ed ace ed è tornata in linea di galleggiamento.
Con questa enorme sicurezza su cui costruire il match, Rybakina si è dedicata ad affinare la risposta, che strada facendo è diventata sempre più efficace. Alla fine è riuscita a togliere la battuta a Svitolina 4 volte. Al contrario Elina per alcuni tratti è sembrata senza risorse. A un certo punto però nel secondo set ha provato a spingere di più, ma Rybakina si è adeguata al nuovo ritmo praticamente senza problemi (giusto un paio di quindici di tempo), portando a conclusione il match con tranquillità.
Devo dire che mi aspettavo un confronto più equilibrato, invece Svitolina non è davvero riuscita a mettere in difficoltà Elena, nemmeno grazie alle sue notevoli doti difensive. Era la prima volta che la vedevo dal vivo in questo WImbledon e devo dire che la palla di Svitolina viaggiava chiaramente più lenta di quella di Rybakina; ma anche, per fare un esempio, di quella di Paolini e Navarro protagoniste del match di ieri sullo stesso campo.
Più equilibrato e complesso il confronto andato in scena sul Court 1, vinto da Krejcikova contro Ostapenko per 6-4, 7-6(4). Trovate QUI la cronaca. Affrontare Jelena Ostapenko non è mai semplice, perché con il suo tennis iper-aggressivo si rischia di venire travolti dai vincenti (anche se alternati a gratuiti), ma soprattutto si rischia di finire in un territorio strategico nel quale tutto è in mano a lei; in questi casi si deve solo sperare che Jelena giochi male e regali la partita, perché si diventa quasi spettatrici degli eventi. Un po’ quello che era accaduto a Putintseva nel turno precedente.
Ma per una partita dalla posta in palio così alta, Krejcikova aveva idee diverse, ed è riuscita per diversi tratti di match a concretizzarle. Intanto quando era al servizio, specie sulle prime è spesso riuscita a comandare lo scambio. Un problema maggiore potevano essere le seconde e ancora di più i turni di risposta. Ecco, in questi casi gli scambi non si sono svolti seguendo i classici canoni “bum bum”, né quelli in cui una spinge e l’altra corre. No. Soprattutto nei turni di risposta e in particolare sulla prima di servizio, Barbora ha utilizzato gli slice per congelare la velocità di palla, impedendo a Jelena di entrare in ritmo.
Esecuzioni slice, quasi sempre molto profonde, sia di rovescio che di dritto, che atterravano nei pressi della linea di fondo e obbligavano Ostapenko a situazioni molto meno consone alla sua indole, perché trovare una replica direttamente vincente su queste parabole è quasi impossibile.
Questo quasi sempre sulla prima di servizio di Ostapenko. Ma sulla seconda, se capitava la palla giusta, Krejcikova ha provato anche ad affondare il colpo, sempre con l’obiettivo di cogliere impreparata Jelena, che non ama vestire i panni di chi sta in difesa. La cosa ha funzionato perfettamente nel terzo game del primo set: Barbora ha strappato la battuta a Jelena e ha tenuto il vantaggio sino al 6-4.
Nel secondo set Ostapenko si è portata avanti 4-1, ma poi Barbora è riuscita a recuperare il break. Anzi, a un certo punto ne ha avuto uno di vantaggio, e così ha avuto l’occasione di servire per il match sul 6-4, 5-4. Ma qui a reagire è stata Jelena, che non aveva intenzione di lasciare strada così facilmente: ha risposto bene, ha messo pressione a Krejcikova, che alla fine ha rimesso le cose in parità cedendo il break con un doppio fallo.
Conclusione rinviata al tiebreak, che si è rivelato un piccolo compendio di tutto quanto era accaduto sino a quel momento. Dato che ho visto la partita in video review, lo posso scrivere con sicurezza: nel tiebreak, in risposta Krejcikova ha perso 2 punti e ne ha vinto 1 quando ha risposto in topspin, mentre ha vinto tutti e due i punti nei quali ha risposto slice.
Aggregando questi dati ai punti vinti al servizio, abbiamo il 7-4 conclusivo. E la prova che contro certe avversarie possedere completezza tecnica può davvero fare la differenza.
Chiudo con una piccola anticipazione in vista delle due semifinali del Day 11.
Prima semifinale Paolini [7] contro Vekic
Questi gli scontri diretti:
2021 Paolini b. Vekic 7-6(2), 6-2 Cincinnati, hard
2021 Vekic b. Paolini 6-2, 6-0 Courmayeur, hard indoor
2023 Paolini b. Vakic 7-6(3), 6-2 Montreal, hard
Questo il loro cammino sinora a Wimbledon:
Paolini b. Sorribes Tormo 7-5, 6-3
Paolini b. Minnen 7-6, 6-2
Paolini b. Andreescu 7-6, 6-1
Paolini b. Keys 6-3, 6-7, 5-5 ritiro
Paolini b. Navarro 6-2, 6-1
Vekic b. Wang Xiyu 3-6, 6-3, 6-4
Vekic b. Andreeva E. 6-2, 6-3
Vekic b. Yastremiska 7-6, 6-7, 6-1
Vekic b. Badosa 6-2, 1-6, 6-4
Vekic b. Sun 5-7, 6-4, 6-1
Premesso che dei primi due turni di Vekic non ho visto alcun quindici, se dovessi basarmi esclusivamente sulla qualità delle prestazioni, Paolini sarebbe favorita. Ma nel tennis contano molto anche le giornate e gli aspetti psicologici, e non sappiamo come affronteranno una semifinale a Wimbledon due giocatrici che sinora, in carriera non ci erano mai neanche andate vicino.
Ricordo che stiamo comunque parlando di due tenniste di esperienza, visto che sono coetanee (entrambe sono nate nel 1996). Anche se Vekic è stata un enfant prodige capace di raggiungere la prima finale WTA a 16 anni e vincere il primo International a 18, mentre al contrario Paolini è stata protagonista di una maturazione tardiva.
Seconda semifinale Rybakina [4] contro Krejcikova [31]
Questi gli scontri diretti:
2021 Krejcikova b. Rybakina 4-6, 6-2, 10-6 Grampians Trophy, hard
2022 Krejcikova b. Rybakina 3-6, 7-6, 6-4 Ostrava hard
Questo il loro cammino sinora a Wimbledon:
Rybakina b. Ruse 6-3, 6-1
Rybakina b. Siegemund 6-3, 3-6, 6-3
Rybakina b. Wozniacki 6-0, 6-1
Rybakina b. Kalinskaya 6-3, 3-0 ritiro
Rybakina b. Svitolina 6-3, 6-2
Krejcikova b. Kudermetova 7-6, 6-7, 7-5
Krejcikova b. Volynets 7-6, 7-6
Krejcikova b. Bouzas Maneiro 6-0, 4-3 ritiro
Krejcikova b. Collins 7-5, 6-3
Krejcikova b. Ostapenko 6-4, 7-6
Ho seguito spezzoni dei loro primi turni ed entrambe non hanno cominciato in condizioni scintillanti, ma strada facendo le loro prestazioni sono diventate sempre più convincenti. I giornalisti anglossassoni sono ormai alcuni giorni che conducono le interviste con Rybakina come se fosse la campionessa in pectore. Probabilmente anche perché è l’unica rimasta in gara che il torneo di Wimbledon lo ha già vinto, nel 2022. Io non sarei così sicuro che Elena abbia la strada spianata, ma ero anche convinto che avrebbe potuto avere più problemi con Svitolina e invece sono stato smentito.
Sappiamo però che Krejcikova è una giocatrice con molte risorse tecniche che può cercare di aggiustare l’andamento di un match anche cambiando il piano-partita più volte. E non sono poi moltissime le giocatrici in grado di farlo.
Infine vanno ricordati gli scontri diretti. Difficile quantificare l’attendibilità del primo, andato in scena in Australia in uno di quei tornei del periodo Covid con le giocatrici bloccate negli alberghi che uscivano solo per allenarsi e disputare i match e senza un vero terzo set. Il secondo match, invece, risale al torneo di Ostrava che Barbora poi vinse in finale su Swiatek, al termine di una delle più belle partite dell’anno (se non la più bella). Corrisponde quindi a uno dei massimi picchi di forma della intera carriera di Krejcikova.