VOGHERA. Il dormitorio notturno Zanaboni di via Cagnoni chiuderà per due mesi, tra luglio e agosto, per lavori di manutenzione già previsti. «Faremo la disinfezione e alcuni interventi di riqualificazione alla struttura, come la tinteggiatura. Scegliamo sempre il periodo più caldo dell'anno, in modo da creare meno disagi possibili ai nostri ospiti. Li abbiamo avvisati per tempo, e per tutti è stata trovata una sistemazione adeguata, poi a settembre riapriremo regolarmente», spiega don Pietro Sacchi, parroco della parrocchia vogherese di Don Orione, intitolata a San Pietro Apostolo.
Il dormitorio di via Cagnoni comprende 19 posti letto, destinati principalmente a persone senza fissa dimora: «Da noi viene l'utenza di strada, con cui concordiamo un periodo di ospitalità, che può essere prorogato in funzione degli obiettivi che concordiamo con ciascuno di loro. Con tutti gli ospiti, infatti, stiamo avviando progetti personali, per migliorare la loro condizione di vita che si esprime in una marginalità sociale. Li assistiamo nelle proprie pendenze giudiziarie con competenza, a titolo gratuito, regolarizziamo i documenti, ci rivolgiamo al Sert per avere terapie e favorire la loro accoglienza in comunità, oppure li aiutiamo ad entrare nelle liste delle emergenze abitative per poter ottenere le case popolari. Li mettiamo poi nelle condizioni di potersi curare fruendo della sanità pubblica», spiega don Pietro, sempre molto sensibile ai disagi di quelli che lui definisce «invisibili acrobati». «Li ho chiamati in questo modo, traendo ispirazione ad una fotografia di Lisette Model, che ho scoperto per caso in una mostra. Vi era ritratto un acrobata che sfida la gravità camminando su una fune a decine di metri dal suolo, privo di protezioni. Sembra un Cristo crocifisso in controluce, ma senza croce, con un vuoto insidioso pronto ad inghiottirlo in caduta libera. In questa rappresentazione, rivedo le tante vite che passano dal dormitorio, tra tossicodipendenti, ex carcerati, persone con gravi patologie o situazioni di disagio, sia lavorative che famigliari. A tutti, cerchiamo di ridare una vita dignitosa, con il supporto di seri professionisti come avvocati, medici, dipendenti dei patronati, farmacisti e dell'amministrazione comunale con cui collaboriamo». ALESSANDRO QUAGLINI