I sindacati bocciano la bozza del decreto attuativo sulla cosiddetta patente a crediti che dovrebbe aumentare la sicurezza nei cantieri e non solo. Come già annunciato, la patente avrà una base di partenza di 30 crediti ma potrà ottenerne altri in base alla data di iscrizione alla camera di commercio – quelle “storiche” avranno fino a 30 punti in più – e se ne vedrà assegnare uno per ciascun biennio successivo al rinnovo dell’asseverazione del modello di organizzazione e gestione rilasciato dall’Organismo Paritetico iscritto al repertorio nazionale. In caso di infortunio mortale arriverà una decurtazione di 20 punti. Solo 15 in caso di incidente che determina un’inabilità permanente al lavoro.
Dopo l’incontro al ministero del Lavoro con la ministra Marina Calderone la segretaria confederale della Cgil, Francesca Re David, ha spiegato che il sistema è “troppo farraginoso: i punti partono da 30, ma possono arrivare a 100, facili da guadagnare, difficili da perdere. Ribadiamo che nel caso di infortuni gravi e di gravi inadempienze gli ispettori del lavoro devono sospendere la patente. Non siamo in presenza di nessun provvedimento generale, né tantomeno d’urgenza, come sarebbe invece necessario”. In più la patente “continua ad essere limitata ai soli cantieri mobili, e gli effetti si vedranno solo fra anni”. Insomma: “Ennesima occasione persa per dotare finalmente il Paese di un Piano straordinario di prevenzione, a partire da una vera lotta all’illegalità, in cui molte lavoratrici e lavoratori ad oggi sono costretti”.
D’accordo la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, e il segretario nazionale della Feneal-Uil, Stefano Costa. “Una patente a punti inutile che non farà chiudere nessuna impresa, anche quando questa contravvenisse gravemente a norme su salute e sicurezza sul lavoro. Si riconoscono fino a 100 punti alle imprese, il che non porterà alla sospensione della patente, per decurtazione dei crediti, neanche in caso grave di strage di lavoratori”.
“Il punteggio massimo è rimasto troppo alto, anche se i 100 crediti sono difficilmente realizzabili”, aggiungono il segretario confederale della Cisl, Giorgio Graziani, e il segretario generale della Filca-Cisl, Enzo Pelle. “E’ prevista un’attenzione particolare anche alla qualificazione delle maestranze e alle esperienze del settore edile, anche dal punto di vista contrattuale. Permangono i nostri dubbi sui criteri legati alle azioni di recupero nel caso di superamento della soglia minima”. Positivo “un ulteriore riconoscimento del ruolo dei Rappresentati dei lavoratori alla sicurezza (Rls e/o Rlst) che sono stati inseriti tra i criteri qualificanti per aggiungere crediti per le imprese che insieme al medico competente permettono più di una visita all’anno”.
Molto più morbido al solito Luca Malcotti, segretario confederale Ugl: “Apprezziamo il lavoro di miglioramento del testo del decreto che accoglie molte delle richieste emerse dal confronto. Ribadiamo la necessità che la patente a crediti sia applicata a tutti coloro che operano dentro il cantiere. Abbiamo ribadito che la formazione deve essere fatta ogni qual volta si verifichi un incidente che determina la decurtazione di punti e non solo quando si scende sotto la soglia minima e – soprattutto – che la formazione sia qualificata e coerente con le criticità che hanno determinato la decurtazione”.
L'articolo Patente a crediti, Cgil e Uil bocciano la bozza di decreto: “Per le aziende fino a 100 punti. Così non sarà sospesa neanche in caso di strage” proviene da Il Fatto Quotidiano.