Cresce la distanza tra Fratelli d’Italia e Pd
Gli ultimi sondaggi elettorali di Swg portano buone nuove a Giorgia Meloni. Nonostante nel complesso la maggioranza non cresca, ma rimanga ferma, Fratelli d’Italia vede un aumento ulteriore di due decimali che lo porta al 29,2%, ovvero il 5,9% in più del Pd, che invece scende dello 0,3% al 23,3%. Inoltre, come vedremo gli italiani sembrano accogliere favorevolmente quel premierato che proprio Meloni ha fortemente voluto.
Tornando alle intenzioni di voto, nel centrodestra Forza Italia rimane stabile all’8,5%, mentre Noi Moderati sale di un decimale all’1,1% e la Lega, invece, ne perde tre ed è ora all’8,4%, dietro Forza Italia e dietro il Movimento 5 Stelle, che gode di una crescita dello 0,3% e raggiunge il 10,6%.
Nel centrosinistra sempre fermi al 7% Verdi e Sinistra, mentre +Europa scende sotto il 2% all’1,9%. Al centro Azione passa dal 3,5% al 3,4% e Italia Viva, invece, guadagna due decimali, andando al 2,1%. Tra le forza minori Pace Terra Dignità è stabile all’1,7%, ma Sud Chiama Nord scende all’1%.
L’indagine di Swg sull’opinione degli italiani sulla riforma costituzionale del governo è singolare. Secondo questi sondaggi elettorali su alcuni singoli capitoli che la compongono vi è una forte approvazione popolare, ma se si parla del complesso della riforma le distanze tra i ì e i no sono ridotte, perchè in quest’ultimo caso prevalgono valutazioni più politiche, di schieramento.
Per esempio il 60% è a favore dell’abolizione dei senatori a vita, il 56% per l’elezione diretta del Presidente del Consiglio, il 51% per l’assegnazione dell’incarico solo a esponenti dello stesso partito del candidato vincente.
Nel complesso, tuttavia, per il premierato è solo il 43% degli italiani, ovvero il 79% di chi vota per la maggioranza e il 20% di quelli dell’opposizione, mentre il 39% è contro. Contrari sono i l 72% degli elettori dell’opposizione e solo il 10% di quelli di centrodestra.
Per i favorevoli il pregio maggiore della riforma è consentire governi più stabili, opinione condivisa dal 43% di essi, ed evitare i ribaltoni e i governi tecnici, per il 43% e il 36%.
Per i contrari i difetti più importanti sono l’aumento di rischio di derive autoritarie, secondo il 59% di chi dice no, e l’indebolimento del ruolo del Presidente della Repubblica, per il 45%.
Questi sondaggi elettorali sono stati realizzati tra il 26 e il 28 giugno con metodo Cawi su 1.200 soggetti, quelli sulle intenzioni di voto tra il 3 e l’8 luglio con metodo Cati-Cami-Cawi, sempre su 1.200 persone
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