La vita di un bambino di 7 anni è appesa a un filo. Il piccolo ha rischiato di annegare in una piscina privata di proprietà della famiglia di un amichetto. Un pomeriggio di spensieratezza e allegria rischia così di trasformarsi in una tragedia per i genitori, che da giorni stanno vivendo con il cuore in gola per le sorti del loro piccolo. Da giovedì pomeriggio, il bimbo è ricoverato nella Terapia intensiva della Pediatria dell’ospedale di Padova. Le sue condizioni sono definite dai medici molto gravi, la prognosi è riservata.
Tutto è successo giovedì scorso, a metà pomeriggio, verso le 16. L’invito ai due amichetti è arrivato dai genitori di un bambino che hanno costruito una piscina interrata a lato di una casa di campagna a Vescovana, circondata da un grande parco. Raccolto l’invito, i tre bambini si sono messi a sguazzare allegramente nella piscina, poco distante dal municipio del piccolo centro della Bassa e dal fiume Frassine. Una vasca non piccola, dove i bambini non toccavano il fondo. Le rispettive mamme erano lì, a due passi, a sorvegliare i piccoli. Ma un attimo è stato fatale, come spesso accade per questi incidenti. Da quanto ricostruito, uno dei due bimbi ospiti è finito sotto acqua e c’è rimasto per un tempo prolungato prima di essere soccorso. Si tratta di secondi, comunque un tempo interminabile, passato senza respirare.
Quando è scattato l’allarme, il bimbo è stato riportato a galla nel minor tempo possibile, nonostante la concitazione del momento. Non si sa se possa aver avuto un malore, una congestione o se sia finito improvvisamente sott’acqua senza un motivo particolare.
Le mamma si sono tuffate all’istante, non appena hanno capito che qualcosa non andava. Il bambino era incosciente e non rispondeva agli stimoli. È stata chiamata l’ambulanza ed è decollato l’elisoccorso del 118 dall’aeroporto di Padova. Si è provata una prima rianimazione sul posto da parte dei sanitari arrivati da Monselice, poi è partita la corsa all’ospedale in elicottero. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Este e della stazione di Vescovana, anche se al momento non risulterebbero indagini in corso.
Il bambino abita a Solesino, dove lunedì sera si è svolta nella chiesa della frazione di Arteselle una veglia di preghiera per sperare in una sua pronta ripresa e guarigione. Nelle stesse ore si è pregato anche nella chiesa di Solesino. I famigliari – conosciuti e stimati in paese – stanno vivendo giorni di comprensibile apprensione ma sentono la vicinanza dei loro concittadini e sperano in una ripresa del loro piccolo. Quotidiani i colloqui con i medici della Pediatria, che per ora non hanno buone notizie. A cinque giorni dall’incidente il piccolo non si è ancora ripreso. L'annegamento porta a ipossia, che può danneggiare molti organi. L’acqua ha occupato lo spazio alveolare polmonare, tra i primi interventi effettuati infatti c’è stata la rianimazione cardiopolmonare.
Nella disperazione è ovviamente anche la famiglia che ospitava i ragazzini, ancora incredula su come possa essere successo quell’incidente.