TRIESTE Magazziniere storico della Triestina è una definizione decisamente riduttiva. Perché Marcello Bisiacchi, scomparso a 87 anni compiuti da un mese e quasi 20 di questi dedicati proprio alla causa alabardata, è stato molto, molto di più. Non si è occupato solo di maglie, pantaloncini e calzettoni dei giocatori alabardati, ma per molti di loro è stato quasi un papà: ha assecondato con infinita pazienza le loro manie, ha curato i rapporti umani all’interno dello spogliatoio, ha fatto gruppo grazie alla sua incredibile umanità, che lo portava a stemperare tensioni e smussare diverbi, anche con il solo potere di una battuta.
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I MESSAGGI Non è un caso se ieri, a dimostrare che è stato amatissimo da tutte le folte schiere di alabardati con cui ha lavorato, appena si è diffusa la notizia, è iniziata un’autentica valanga di messaggi in suo ricordo. «Sono letteralmente sommerso di messaggi di ex giocatori - racconta il figlio Rudy, a sua volta per un periodo magazziniere alabardato - e questo dimostra che nei suoi tanti anni con l’Unione, mio papà ha davvero lasciato il segno. Ha sempre tenuto un profilo basso, umile, ma il suo modo di fare ha conquistato tutti. Quando aveva compiuto 80 anni aveva ricevuto 80 videomessaggi, da Causio a Trombetta, da Ferrari a Lenarduzzi, da Cerone a Gandini, e poi ovviamente De Falco e Ascagni, solo per citarne alcuni. Il giocatore a cui è rimasto più legato? Francesco Romano».
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GLI INIZI CON VASCO Marcello Bisiacchi ha iniziato a lavorare in Triestina nell’epoca di Vasco Tagliavini, curando il settore giovanile che si allenava al campo Guardiella. Quando poi è arrivato Ottavio Bianchi nel 1980 fu assunto dal diesse Franco Janich: lui è stato il primo magazziniere della società assunto come dipendente, perché fino a quel tempo queste figure non erano inquadrate. Un lungo percorso in alabardato che si è chiuso solo con il fallimento della società del 1994.
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LA FOTO E se Denis Godeas, solo per citare uno delle decine e decine di messaggi di ex calciatori, lo ha definito «uno dei miei “secondi papà”, sempre disponibile e con un gran cuore», molto commosso è anche il ricordo di Totò De Falco: «È una perdita di una persona a me molto cara che mi rattrista molto. Dico la verità: per me, ma credo di parlare anche per tanti di noi, è stato come un padre, il custode dei nostri segreti. Nella mia mente c’è sempre quella sua foto con in braccio mia figlia e il figlio di Ascagni nel giorno della festa promozione. Una foto emblematica di quello che era Marcello per tutti noi, un vero punto di riferimento insieme alla moglie Graziella, che ha dato anche lei tanto per la Triestina».
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LA PROMOZIONE De Falco considera Marcello anche un uomo fondamentale per quella magica stagione 1982/83: «Credo che grande merito dell’anno della promozione vada a lui - dice Totò - va ricordato con quella squadra perché ci ha messo molto del suo per creare quel fantastico gruppo. Insomma magazziniere è una parola che non basta, lui era tutto, ci ha dato tanto come persone, sapeva quando sorridere e quando stemperare. Eravamo una famiglia, si andava anche tutti da lui a mangiare».
LA MAGLIA E a proposito di De Falco, c’è l’incredibile storia di una maglietta dell’anno della promozione, quella con il numero 7 e il cocal davanti. Ce n’era una di Totò che si era strappata: Marcello l’ha ritirata, l’ha cucita e l’ha accudita insieme al figlio Rudy per ben 37 anni. Poi, nell’anno del centenario, in una manifestazione a Palazzo Gopcevich, la famiglia Bisiacchi ha deciso di ridarla a De Falco. In quell’occasione c’è stata anche una targa donata a Bisiacchi, ma di comune accordo con Totò la mitica maglietta è stata poi regalata al gruppo degli Ultras. Poi loro in una delle tante iniziative benefiche l’hanno messa in palio con una lotteria e ora è nelle appassionati mani del collezionista Daniele Diminich, visibile anche sul sito lamagliadellatriestina.it.
I FUNERALI Il mare di affetto alabardato per Marcello sicuramente si farà sentire anche durante i funerali che si svolgeranno sabato in via Costalunga alle ore 10.
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