STARANZANO I box del rifugio dell’associazione La Cuccia a Dobbia ormai sono tutti pieni. Pieni, conferma la presidente Laura Grassi, «di cani ricusati perché chi li aveva presi ha scoperto che sono troppo “difficili” o provenienti da situazioni di grande degrado». Come gli ultimi tre ospiti, due cagnoline di sei anni e un cane di taglia media di otto, accolti assieme a 11 gatti in seguito a un’ordinanza del Comune di Ronchi dei Legionari. In questo momento La Cuccia sta così accudendo una ventina di cani a Dobbia e un’altra trentina nel canile comunale di Gorizia, a Lucinico. «Il problema – spiega Grassi – è che, al netto degli accoglimenti legati alla morte del proprietario o di situazioni emergenziali, per fortuna davvero sporadiche, ci arrivano in particolare certe tipologie di cani, cioé maremmani, pitbull e amstaff, incroci di pastore, che nessuno poi vuole adottare, nonostante i percorsi di riabilitazione e la possibilità di un ritorno in una famiglia». Sono, insomma, «tutti animali che qui entrano e qui rimangono, fino alla loro morte».
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I cani più anziani, come sono il pure minuto chihuahua Tommy o l’arzillo e giocherellone 14enne Nerone, non hanno molte chance di trovare qualcuno che li accolga per quanto rimane loro da vivere. «Alle spalle delle ricusazioni dei cani di grossa taglia o appartenenti a certe razze ci sono scelte non consapevoli – ribadisce la presidente de La Cuccia – che, però, poi ricadono sull’intera comunità, perché il mantenimento dei cani viene sostenuto dai comuni dal cui territorio gli animali stessi arrivano».
La presidente de La Cuccia è convinta che uno stop al fenomeno può arrivare dalla formazione preventiva e dall’introduzione di un patentino obbligatorio. «E per questo continueremo a batterci», afferma.
In queste settimane i volontari del rifugio di Dobbia sono alle prese anche con continui arrivi di gatti adulti, gatte con gattini, cuccioli abbandonati e recuperati, come gli ultimi due, segnalati in una boscaglia nel territorio di Villa Vicentina. I volontari sono riusciti a catturarli, portandoli poi a Dobbia, dopo quattro giorni di sforzi. Solo da Ronchi dei Legionari ne sono arrivati 11, tra i quali il persiano Elvis di 14 anni e la biancorossa Paprika. Sono sistemati in uno degli spazi al chiuso della sede, dove Stella, un mix di pastore di tre anni in stallo (affidamento provvisorio) a un volontario, aspetta alla reception. «Siamo sommersi dai gattini – ribadisce una volontaria dell’associazione, impegnata l’altra mattina nel rifugio di Dobbia –. Abbiamo accolto tre mamme abbandonate con i loro piccoli. Dei sei cuccioli di una di queste, nonostante gli sforzi, ne è sopravvissuto solo uno». Come torna a sottolineare Grassi, le cucciolate indesiderate e gli abbandoni non ci sarebbero se si provvedesse a sterilizzare i propri gatti. «Se è una questione finanziaria, non ci siamo mai tirati indietro nel fornire un aiuto», afferma. La Regione peraltro eroga dei contributi a sostegno delle spese veterinarie per gli animali d’affezione, ma per i cittadini sotto i 65 anni l’Isee non deve superare i 12 mila euro.—
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