Ci sono state, e ci sono, storie bellissime in un Europeo brutto, a tratti bruttissimo. Il calcio sta vivendo una fase cruciale. Le parole di Marcelo Bielsa, ct di un Uruguay che ha mandato a casa il Brasile nei quarti di finale di Copa America, fissano un punto: “I poveri hanno poche possibilità di accedere alla felicità. Il calcio è una di queste, ma stiamo sottraendo loro anche questa risorsa. Quando vedo talenti di diciassette anni come Endrick che vanno in Europa, non posso pensare altro. Una volta i giovani sudamericani prima di emigrare giocavano qui. C’è una corsa folle, che di questo passo impoverirà lo spettacolo. Il calcio diventerà più brutto. E l’impoverimento culturale, perché il calcio è anche cultura, sarà fatale”. Giovanissimi strappati alle loro radici in nome del business. Numero di partite in costante ascesa. A Europei e Mondiali, si è aggiunta nel Vecchio Continente, nel contesto delle nazionali, la Nations League. Nelle coppe, con la Conference siamo tornati al trittico ed è in arrivo il mondiale per club. Stessa musica in Sudamerica, dove i campionati s’intrecciano con una Libertadores sempre più tosta, sempre più impegnativa.
Il business è invasivo e soffocante. La politica – il caso Italia aiuta a capire – cerca poteri e consensi attraverso il calcio. Quando i giocatori si mettono però di traverso esprimendo le loro idee in totale libertà, invitando i cittadini nel caso francese a fare quadrato contro la destra, ecco allora una Marine Le Pen che prova a rinchiuderli nel recinto: “I calciatori milionari pensino al loro mestiere”. La risposta migliore è arrivata nei minuti finali della gara contro il Portogallo: in campo, dieci calciatori neri e l’undicesimo, Theo Hernandez, di chiara origine spagnola. Mbappé ha vissuto un europeo in penombra, causa infortunio al naso, ma va ormai considerato una delle figure di riferimento della società transalpina, nonostante il trasferimento al Real Madrid. Il presidente Macron ha tentato per primo di sfruttare la sua immagine. Mbappé ha cercato di sfilarsi, ma in occasione delle recenti elezioni, ha fatto sentire la sua voce, in modo netto. L’ex allenatore Arsène Wenger, oggi direttore dello sviluppo globale del calcio presso la Fifa, in un’intervista a Le Monde ha certificato il reale status del fuoriclasse francese: “Mbappé ha un vero potere nella società di oggi. Ai suoi tempi, Platini non riuscì ad averlo”.
Mbappé va considerato anche un esempio del calcio sempre più logorante. Kylian ha giocato 48 gare stagionali con il PSG, firmando 44 gol. In Nazionale, dal 7 settembre 2023 al quarto di finale del 5 luglio contro il Portogallo, 13 presenze e 8 reti. Totale: 61 partite e 52 marcature. Senza qualche acciacco lungo la strada e magari un percorso più lungo in Champions, avrebbe sfiorato quota 70 match: tanti, tantissimi, troppi. Stasera, nella semifinale Spagna-Francia dell’Allianz Arena di Monaco di Baviera, Mbappé incrocerà Jesus Navas, favorito come sostituto dello squalificato Dani Carvajal. L’assenza del terzino del Real Madrid priverà il match non solo della sfida ad alta velocità tra il calciatore sprinter del torneo – Mbappé ha raggiunto 36kmh – e uno dei migliori difensori del momento, ma anche di un contenzioso politico: Carvajal viene infatti accreditato di simpatie nei confronti di Vox. Mancherà per squalifica anche Le Normand, mentre lo scontro di gioco con Kroos ha eliminato dalla corsa Pedri. Al posto di Le Normand vedremo Nacho. Olmo sarà il sostituto di Pedri.
Spagna-Francia va considerata una sfida ideologica pure sul piano tecnico. La Roja, al netto del rigore negato alla Germania dal solito Taylor per il tocco di mano di Cucurella, ha mostrato il miglior calcio dell’europeo. La Francia è arrivata in semifinale con un gol su rigore, un’autorete e i penalties nella lotteria dei quarti contro il Portogallo. La difesa dei Blues è di ferro: una rete al passivo. Didier Deschamps replica alle accuse di spettacolo modesto: “Se non vi piace, cambiate canale”. Il ct spagnolo Luis De la Fuente evita la polemica: “Il nostro modello garantisce spettacolo, ma quando arrivi in semifinale, conta il risultato. Io non trovo noiosa la Francia. Ha semplicemente uno stile diverso”. La Spagna ha vissuto giorni tormentati sul fronte Morata. Il centravanti, in uscita dall’Atletico Madrid, destinazione probabile Milan, ha replicato a muso duro alle critiche. E’ scesa in campo persino la moglie, l’italiana Alice Campello: “Non c’è rispetto. Non è normale leggere un editoriale in cui si scrive che Morata imbarazza la Spagna. Invece di sostenerlo, cercano di abbatterlo”. In Francia, tira un’altra aria. C’è ottimismo. Il titolo della prima pagina de l’Equipe è emblematico: “No pasaràn”. Un titolo che riprende una frase storica della guerra civile spagnola. Niente da fare. E’ l’europeo della politica. I mammasantissima dovranno farsene una ragione.
P.S. Quando si saranno spente le luci dell’Allianz Arena, al Metlife Stadium di East Rutherford, nel New Jersey, inizierà la semifinale di Copa America Argentina–Canada. I campioni del mondo contro la grande sorpresa del torneo. Europa chiama America: staffetta di un calcio senza sosta.
L'articolo Francia-Spagna, il brutto contro il bello di questi Europei mediocri, dove la politica ha fatto più notizia del calcio proviene da Il Fatto Quotidiano.