Paolo Benvegnù ha vinto la Targa Tenco come Migliore Album in assoluto per il 2024 con “È inutile parlare d’amore”. Ma allora c’è ancora speranza per la musica italiana! Benvegnù è un artista che merita pienamente questo riconoscimento, essendo sempre rimasto fedele alla sua arte senza mai scendere a compromessi. Ogni suo disco è un capolavoro di coerenza e poesia, qualità rare nel panorama musicale odierno.
Vediamolo nei consueti nove punti di questo blog, nato nel 2011 proprio sulle pagine de Il Fatto Quotidiano.it
Cominciamo.
1. Le targhe del Tenco
Lunedì 8 luglio, sono state annunciate le opere vincitrici delle Targhe Tenco 2024 nelle sei categorie. I premi sono stati assegnati da una giuria ampia e competente, composta da esperti, giornalisti e addetti ai lavori selezionati dal Club Tenco. La cerimonia di premiazione si terrà il 17, 18 e 19 ottobre al Teatro Ariston di Sanremo. Questo non è un pezzo sul premio in generale, vi invito a leggere qui l’articolo che descrive tutte le targhe conseguite. In ogni caso, onore ai vincitori (e anche a tutti i partecipanti).
2. Il trionfo di Paolo Benvegnù
E’ inutile parlare d’amore ha trionfato alla Targa Tenco nella categoria miglior album, un riconoscimento prestigioso che finalmente celebra un artista della portata di Paolo Benvegnù, relegandolo (finalmente) di diritto tra l’eccellenza della canzone d’autore italiana. Questo successo porta speranza alla musica nostrana e dimostra che qualità e profondità artistica hanno ancora un valore; credetemi, non è così scontato.
3. Un album straordinario
Dalla passione alla perdita, dalla speranza alla disillusione. Ogni brano è una finestra aperta su un mondo interiore ricco e complesso, capace di parlare direttamente all’ascoltatore con una sincerità disarmante. La produzione è impeccabile, con arrangiamenti curati nei dettagli e una scelta sonora che mescola sapientemente elementi acustici ed elettronici. Che dire della voce di Paolo? Ne parlo nello specifico più avanti; quel che si può anticipare è che nel disco si fonde perfettamente con le atmosfere create, ora delicate e sognanti, ora più cupe e tese. La capacità di sperimentare senza mai perdere di vista l’essenza cantautorale è uno dei punti di forza dell’album, così come riuscire a suonare contemporaneo e classico al tempo stesso.
4. La carriera
Con gli Scisma, negli anni 90, ha lasciato il segno. Anni in cui il rock italiano tornava credibile grazie a band ancora oggi presenti nel contesto musicale in cui gravitiamo: Marlene Kuntz, Afethours, Verdena e via dicendo. Ma è il viaggio intrapreso in solitaria dal Nostro che rivela la capacità unica di intrecciare poesie sonore e melodie innovative. Album come “Piccoli fragilissimi film”, “Le labbra” e “Hermann” non sono solo dischi, ma esperienze emotive intense. Paolo è un esploratore dell’anima, capace di trasformare ogni nota in un frammento di vita vissuta.
5. L’Incanto delle parole e della Voce
Le canzoni di Benvegnù invitano l’ascoltatore a riflettere e a sentirsi parte di qualcosa di più grande. La maestria indiscussa con la quale descrive emozioni complesse con parole semplici e potenti, lo rende uno dei parolieri più apprezzati del panorama musicale italiano. Ma è la sua voce a fare la differenza: potente, a tratti oscura, in grado di trasmettere una gamma incredibile di emozioni, nata per cantare e raccontare storie, ergo stabilire un legame profondo e duraturo con chi ascolta. In Italia, una voce così ce l’hanno in pochi.
6. La discografia
Dall’esordio con ‘Piccoli fragilissimi film’ (2004), album che mostra la capacità di unire poesia e melodia, Benvegnù ha continuato a sorprendere. ‘Le labbra’ (2008) esplora temi intimi e universali, mentre ‘Hermann’ (2011) ne consolida la reputazione con brani che oscillano tra introspezione e sperimentazione. ‘Earth Hotel’ (2014), ‘#13#’ (2017), ‘Dell’odio dell’innocenza’ (2020) e ‘Delle inutili premonizioni vol. 1 e 2’ (21/22) ampliano ulteriormente lo spettro musicale, culminando con il recente lavoro di cui ne celebriamo oggi il trionfo. Quali dischi vi consiglio? Tutti! “Il viaggio” è senza ritorno, soprattutto è garantito.
7. I concerti
Sono caratterizzati da un’energia e un’emozione che coinvolgono profondamente il pubblico. Paolo è noto per la simpatia e la capacità di stabilire un rapporto confidenziale con il pubblico, con il quale ama fare battute esilaranti e autoironiche. Dietro queste battute, però, si percepisce spesso una velata malinconia; forse le difficoltà incontrate nel corso della carriera hanno lasciato qualche segno; cicatrici che testimoniano resilienza e autenticità di un’anima pura. Essì, perché oggi tutti lo celebrano, ma chi lo segue da tempo sa quanto sia stato snobbato dalla cosiddetta “intellighenzia musicale” e dalle regole di un mercato discografico inutile e ingrato.
8. le collaborazioni
Il percorso registra collaborazioni prestigiose. In ambito musicale, chi non conosce Paolo? E soprattutto, chi non lo ama? Sono numerose e ne hanno impreziosito la carriera. Tra gli altri, Manuel Agnelli, Cristina Donà, Emidio Clementi, Marina Rei, Marco Parente, Riccardo Tesio, fino a Brunori Sas, con cui ha firmato la splendida ‘L’oceano’, gemma incastonata nell’ultimo album. Ogni collaborazione è una tessera preziosa di un mosaico musicale di rara bellezza.
9. Accordi e disaccordi
Ammetto che storicamente mi sono spesso trovato in disaccordo con le scelte del Tenco. Oggi, invece, condivido l’importanza della decisione di premiare Benvegnù, celebrando non solo il valore della sua ultima fatica discografica, ma anche riconoscendogli l’indiscusso contributo fornito nel corso della carriera all’ambito cantautorale. Il pensiero che Paolo diventasse un altro ‘di quelli’ celebrati solo dopo essere passati a miglior vita, non era poi così astratto… e quindi, ‘libiamo ne’ lieti calici’. Lunga vita a Paolo Benvegnù.
Vi lascio con le consuete nove canzoni di questo blog che potrete ascoltare gratuitamente sul mio canale Spotify.
Buon ascolto!
9 canzoni 9 … di Paolo Benvegnù
L'articolo Paolo Benvegnù, finalmente premiato al Tenco. In nove punti la poetica di un trionfo proviene da Il Fatto Quotidiano.