«Ci sono stati sicuramente giorni, tra il 2021 e oggi, in cui non mi sentivo abbastanza bravo o in cui avrei voluto dire addio a tutto”. Ha dichiarato Lewis Hamilton in lacrime, lì di fronte alla sua gente, a Silverstone, un attimo dopo aver scritto un’altra pagina di storia, di leggenda, ritrovando la vittoria dopo quasi 1000 giorni.
Una confessione, che vale da messaggio involontario a chi, in quella tremenda gabbia dorata del Circus di Formula 1, sta perdendo ogni certezza, ogni briciolo d’identità residua. Perché di fronte alla rinascita di Lewis, ci sono diversi piloti che soffrono, arrancano o ancor meglio, come ha dichiarato uno di questi: stanno vivendo un incubo.
Immerso in quell’incubo c’è Charles Leclerc. Prima l’illusione di Monaco, la vittoria più ambita, le lacrime, poi il nulla. Sembrava il click di una carriera, l’inizio della discesa dopo tante salite, sia per lui sia per la Ferrari, invece niente. Problemi di affidabilità, pacchetti di aggiornamenti fallimentari, errori di strategia; insomma una serie di situazioni capaci di trascinare il monegasco in un tunnel senza fine, in cui anche lo stesso Charles sia a livello di guida, che soprattutto di lucidità, si è perso.
Peggiore se vogliamo la situazione di Perez, neanche a dirlo, se il confronto con Max non è mai esistito, ora il messicano non riesce a tenere testa neanche a macchine nettamente inferiori. Per capirci, sono due weekend di fila che Hulkenberg, alla guida di una Haas, gli arriva davanti. Ad oggi sembrerebbe capace di perdere anche contro se stesso. Inaccettabile, ma ormai sembra di ripetere il solito ritornello.
Poi c’è un Alonso mai visto così rassegnato, così in difficoltà, l’Aston Martin non sta esprimendo nulla di buono, questo è vero, però è la seconda gara di fila in cui Lance Stroll gli sta davanti. Una situazione insopportabile per Alonso, o almeno per come lo conosciamo. Che non si sia spenta la fiamma? che non stia meditando di lasciare?
Insomma a leggere a fondo le parole di Lewis, se ne coglie un monito che vale per tutti, ma a maggior ragione per chi ora si sente smarrito. La sua fame, la sua tenacia sono un riferimento, perché anche in un mondo così complesso, insegna Lewis, c’è ancora tempo per risorgere, per risollevarsi. Still I Rise.
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