Basil ha otto anni e disegna a matita i ritratti della moltitudine di persone che incontra. È arrivato da Helsinki con la mamma Sasha Huber, svizzera di origine haitiana, e il papà Petri, finlandese, per conoscere il luogo dove i suoi genitori, oggi artisti affermati, si sono incontrati quasi 25 anni fa.
«È già un artista anche lui. D’altronde è un figlio di Fabrica», commenta Carlos Casas, da due anni program director del centro di ricerca Benetton che ieri ha festeggiato i suoi trent’anni con il Fabrica30 Reunion Festival nella sede di Catena di Villorba.
Ma figli di Fabrica sono anche quelli di Casas, artista visivo e regista spagnolo che nel 1998 è stato un “fabricante” e che poi, come consuetudine, ha affiancato nel loro percorso i creativi dell’anno successivo, tra i quali l’uzbeka Saodat Ismailova, oggi pluripremiata regista nonché sua moglie, ieri impegnata sia a presentare il suo ultimo film “18.000 Worlds”, sia a rincorrere il loro figlio più piccolo, di 5 anni, mentre esplorava gli spazi dell’antica Villa Pastega resi avveniristici dal restauro di Tadao Ando.
Perché tra i nove talk, i 22 film, le quattro installazioni, le performance musicali e i molti workshop aperti al pubblico che hanno punteggiato la giornata coinvolgendo oltre 100 attuali e precedenti fabricanti, quello che più di ogni espressione artistica ha coinvolto fabricanti e non, frequentatori occasionali o affezionati delle tante iniziative pubbliche di Fabrica, è stato quel senso di famiglia, del festoso ritrovarsi di una comunità di oltre 400 persone arrivate da tutto il mondo per ricollegarsi, per presentare i loro progetti futuri e condividere nuove esperienze.
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L’invito alla Reunion (la seconda, dopo quella del 2016) lanciato quasi un anno fa a tutti gli 800 creativi – designer, ricercatori, fotografi, videomaker, registi, musicisti, scrittori e giornalisti – provenienti da 72 Paesi formatisi nell’incubatore voluto nel 1994 da Luciano Benetton e Oliviero Toscani, è stato raccolto da quasi la metà di essi, arrivati a Villorba da ogni parte del mondo, spesso con la famiglia: un dato che la dice lunga sul significato profondo di quell’esperienza.
«Ma questa è una comunità in cui molti continuano a coltivare le amicizie nate qui, e che continua a collaborare anche oltre l’esperienza in residenza» spiega ancora Casas. «Chi cerca un fotografo a New York o un tecnico audio in Australia, ad esempio, lo può facilmente trovare grazie ai gruppi privati dedicati sui social. Così quando abbiamo lanciato una call per chiedere chi avrebbe voluto partecipare attivamente presentando i suoi progetti siamo stati sommersi di adesioni e abbiamo potuto creare un programma fittissimo per condividere con il pubblico questa occasione realmente straordinaria».
La giornata di ieri è stata preceduta dalla lunga serata di venerdì riservata ai fabricanti, con picnic dinner nei prati, musica e performance. E, soprattutto, abbracci. «L’arrivo è stato emozionante» commenta Casas. «Abbiamo messo a disposizione degli autobus dal centro di Treviso, quindi sono arrivati in gruppi da 50 . E ad ogni arrivo abbracci, riconoscersi, ricercarsi, ritrovarsi. È stata una serata incantevole durata fino a tarda notte».
Già alle 10 ieri mattina sono cominciati gli appuntamenti proseguiti fino a tarda sera, che hanno richiamato non solo loro ma migliaia di persone da tutto il Veneto. Affollatissimi gli speach del designer spagnolo Jaime Hayon, fabricante nel 1997 e poi direttore del dipartimento di design fino al 2003, così come quelli di altri fabricanti divenuti molto celebri come il fotografo sudafricano Pieter Hugo e la fotografa e artista spagnola Laia Abril, senza dimenticare il ritorno a Fabrica di Nico Vascellari, protagonista di un incontro e di una performance con Carlos Casas.
La Reunion ha proposto anche lo sguardo sul domani di coloro che stanno concludendo il semestre in residenza, e i panel in cui i fabricanti di tutte le generazioni hanno presentato idee e progetti. Perché la festa è stata tutt’altro che la celebrazione di un glorioso passato: piuttosto, la condivisione di centinaia di sguardi di tanti mondi sul futuro.