Abbassare i livelli di ossigeno sotto l’1%, riempiendo l’ambiente di azoto e perdendo ogni possibilità di rimanere aggrappati alla vita. Tutto, in pochi secondi, premendo un pulsante coricati dentro una bara ipertecnologica. È la nuova frontiera del suicidio assistito. Un’invenzione che, stando ai media svizzeri, verrà utilizzata per la prima volta questo mese proprio in terra elvetica. Sarco (abbreviativo per sarcofago) il nome della “capsula della morte” che, secondo Exit Switzerland, la compagnia che l’ha brevettata, permetterà ai pazienti di morire incoscienti e in modo rapido, senza soffrire.
È la convinzione del Dr Philip Nitschke, ideatore del dispositivo e grande sostenitore dell’eutanasia il quale, come riporta il Daily Mail, avrebbe sottolineato l’importanza delle capsule (che vengono stampate in 3D) come mezzo per suggellare il proprio desiderio di abbracciare il sonno eterno. Una soluzione avversata da diversi gruppi pro-vita, secondo i quali il nuovo meccanismo renderebbe “glamour” l’eutanasia. Non si conosce ancora il giorno in cui Sarco sarà utilizzata per la prima volta. Sul sito di “Exit Switzerland” compare solo un’immagine della bara e una didascalia che recita: “In arrivo”. Il 10 giugno scorso, però, la testata svizzera NZZ aveva diffuso un post pubblicato da Nitschke su un forum online, secondo cui la capsula sarebbe stata inaugurata “nelle settimane successive”. Stando a una fonte bene informata, adesso i preparativi sarebbero terminati: il primo paziente sarebbe già sul posto e il suicidio assistito sarebbe organizzato per il mese di luglio. Al momento, però, il Dr Nitschke e il suo team non hanno confermato né smentito.
COME FUNZIONA SARCO
Ma una sicurezza c’è. In un’intervista rilasciata l’anno scorso al DailyMail, il creatore della “tesla dell’eutanasia” – come la bara è stata ribattezzata dalla stampa britannica – aveva spiegato i protocolli di sicurezza alla base della sua idea: “Il paziente entrerà nella macchina e gli saranno poste oralmente tre domande, ‘Chi sei?’, ‘Dove sei?’, e ‘Sai cosa succede se premi il bottone?’. Se saprà rispondere verbalmente, il software si azionerà e il pulsante potrà essere premuto. Se lo pigerà, morirà molto velocemente”. E ancora, aveva rivelato la tecnologia celata dietro il funzionamento della capsula: “Quando entri nella Sarco il livello di ossigeno è al 21%, ma dopo che premi il bottone, scenderà in 30 secondi a meno di 1%”.
VOCI CONTRASTANTI
Un’invenzione rivoluzionaria nel campo dell’eutanasia, ma contro cui si sono alzate anche voci contrarie. Tra questi James Mildred, responsabile comunicazioni e ingaggi della ‘Care’ (Christian Action, Research and Education): “Il dispositivo di Philip Nitschke è stato condannato da molti. Numerose persone ritengono che banalizzi e persino renda glamour il suicidio. Noi crediamo che il suicidio sia una tragedia che le buone società cercano di prevenire in ogni circostanza. Esistono modi etici per aiutare gli esseri umani che non comportano la distruzione della vita”, ha sottolineato.
Il dibattito è aperto. E, inoltre, non è ancora chiaro se l’uso della macchina sia perseguibile penalmente in Svizzera (dove il suicidio assistito è legale). Lì, ogni anno, centinaia di persone si affidano a servizi come Dignitas ed Exit (un gruppo diverso da quello del Dr Nitschke) per porre fine alla propria vita. Stando ai creatori di Sarco, nel 2021 la bara aveva superato la revisione legale ed era pronta per essere inaugurata.
Alcuni esperti, però, hanno preso posizioni diverse. Kerstin Noëlle Vokinger, professoressa di diritto e medicina all’Università di Zurigo, ha sollevato qualche perplessità e, secondo lei, la ‘capsula della morte’ potrebbe dover essere certificata ai sensi della legge sui dispositivi medici. Requisito che, fino a oggi, manca. “La legge svizzera sui dispositivi medici copre anche quelli che servono a modificare uno stato fisiologico o patologico – ha tenuto a precisare –. Ciò potrebbe includere un dispositivo che uccide una persona. Se così fosse, prima di poter essere utilizzato, Sarco dovrebbe essere certificato e monitorato dall’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici o da Swissmedic”. Seguendo questo secondo scenario, il Dr Nitschke potrebbe correre il rischio di essere denunciato in quanto produttore della bara.
L'articolo Arriva Sarco, la bara “fai da te”: ecco come funziona la “capsula della morte” e perché fa discutere proviene da Il Fatto Quotidiano.
