«In attesa di poter conoscere maggiori dettagli su quanto accaduto voglio esprimere profonda indignazione e ferma condanna per un gesto estremamente grave, se fossero confermate le notizie pubblicate».
Così, in una nota, il presidente della Regione Luca Zaia ha mostrato la sua solidarietà verso la famiglia israeliana respinta dal gestore del bed&breakfast a San Vito di Cadore.
«La frase “Potete restare nei forni a gas”, rivolta a questi turisti israeliani», continua Zaia, «rappresenta un inaccettabile atto di odio e discriminazione che ferisce non solo la dignità delle persone coinvolte, ma anche i valori fondamentali della nostra comunità».
Al presidente Zaia si sono unite le voci di tanti istituti e associazioni locali del settore: «Cose del genere, in generale, non dovrebbero mai accadere», tuona Walter De Cassan, presidente di Federalberghi Belluno Dolomiti. «Perché chi si occupa di ospitalità, sia che abbia un albergo, un bed & breakfast o un campeggio, deve sapere accogliere chiunque, a prescindere da razza o specie».
Ma è possibile evitare che certe cose accadano? Secondo De Cassan, purtroppo, non esiste una ricetta vincente: «È molto complicato intervenire su una cosa del genere», continua, «lo sappiamo, questi casi accadono, sono accaduti e in futuro accadranno ancora. La testa di certe persone, purtroppo, non la cambi».
«Bisogna denunciare, perché se uno fa ospitalità ha il dovere morale di accogliere chiunque, altrimenti è meglio che cambi lavoro. È chiaro», conclude Cassan, «che quando le indagini saranno finite e si saprà chi è stato, spero ci sarà una sanzione esemplare, anche da parte del portale di prenotazione che ospita questa struttura».
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Scosso e preoccupato anche il presidente di Confcommercio Belluno-Dolomiti, Paolo Doglioni, che denuncia l’accaduto, ma non vede particolari ripercussioni sull’immagine dell’intera provincia: «Disapprovo completamente e mi dissocio da quanto accaduto», afferma deluso il presidente Paolo Doglioni, «Questa è una cosa talmente brutta e grave che mi auguro non sia vero. Inoltre, ci tengo a dire che non corrisponde alla linea di Confcommercio Italia, non solo di Belluno».
A pochi mesi dall’inizio delle Olimpiadi invernali, Cortina, la provincia e l’intero Paese, potrebbero subire un danno di immagine? Secondo Doglioni no: «Non penso», conlude il presidente di Confcommercio, «è un caso talmente eclatante e talmente vergognoso, che tutti devono prenderlo per quello che è, ovvero un gesto fatto da una persona probabilmente con dei problemi».
Anche l’Associazione degli Albergatori di Cortina interviene seull’argomento con il presidente Stefano Pirro: «Inutile dire che, se confermata, la notizia della famiglia rifiutata da un b&b per motivi razziali sarebbe di una gravità inaudita. L’antisemitismo, così come ogni forma di discriminazione, è una piaga abietta e pericolosa e soprattutto va contro la politica di accoglienza che da sempre professiamo e mettiamo in pratica nelle nostre montagne. Vicende come quella balzata agli onori della cronaca in queste ore fanno male al turismo e al territorio e meritano una condanna ferma e decisa da parte di tutti, nonché l’espressione altrettanto unanime della massima solidarietà nei confronti di chi è stato ingiustamente e orribilmente offeso e penalizzato».
«Ovviamente», conclude, «non possiamo puntare il dito contro nessuno, almeno fino a quando non saranno chiariti i contorni di questo episodio. Certamente, come albergatori di Cortina, ci preme ribadire che le porte delle nostre strutture sono sempre aperte e che per noi l’ospitalità non conosce distinzioni di razza, religione o genere».
