CORNO DI ROSAZZO. A nulla sono valsi i tentativi del marito Andrea Macorigh di rianimarla attraverso il massaggio cardiaco, Nadia Narduzzi, 54 anni, questa mattina alle nove non si è più risvegliata nella loro casa di Corno di Rosazzo.
Presidente di Aisla regionale dal 2019, malata di Sla da quando aveva 33 anni e madre di tre figli Matteo, Giada e Jacopo, Nadia è stata – assieme al marito Andrea – una delle voci più attive sul territorio regionale nell’ambito delle numerose iniziative promosse da Aisla per sostenere i malati e le loro famiglie, portando la propria testimonianza anche sui media nazionali.
Proprio ieri sera erano entrambi intervenuti a Grado nell’ambito di “Percoto Canta” in occasione di una nuova raccolta fondi. Nadia aveva scritto per quella circostanza, con l’utilizzo del puntatore oculare, come faceva da anni ormai, una lettera che il marito ha letto durante la manifestazione, ricordando oggi la sua serenità.
«La Sla – scrive Nadia – è una sigla che mette paura. Un corto circuito. Una lampadina fulminata. Senza corrente. Senza Contatto. Senza ricambio. Eppure, anche senza forza muscolare, la nostra mente viaggia e nessuno di noi ha intenzione di lasciarsela rubare facilmente».
«Noi non abbasseremo mai lo sguardo alla malattia – aveva scritto ancora –. Noi non smetteremo mai di incoraggiare ricercatori, clinici, volontari e i compagni di malattia».