Nella storia del tennis italiano c’erano già state giocatrici che avevano raggiunto tre ottavi Slam nello stesso anno. Prima di Jasmine Paolini, infatti, ce l’avevano fatta Francesca Schiavone nel 2010, Sara Errani nel 2012 e Roberta Vinci nel 2013. Nessuna di loro, però, era riuscita a farlo nei primi tre tornei maggiori dell’anno.
Quella di Jasmine Paolini, dunque, è per certi versi una prima volta, perché a Schiavone era riuscito nella sequenza Australian Open-Roland Garros-US Open (ottavi-vittoria-quarti), a Errani nella stessa (quarti-finale-semifinale) e a Vinci con Roland Garros, Wimbledon e US Open (ottavi-ottavi-quarti).
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Una conferma, questa, dell’elevato livello raggiunto dalla giocatrice toscana, meritatamente col mirino puntato verso quella che potrebbe essere, a partire da lunedì 15 e se altre giocatrici non interverranno da dietro, una storica sesta posizione. Quella raggiunta da Flavia Pennetta nel 2015: sarebbe in coabitazione il terzo miglior ranking di sempre per un’azzurra.
E potrebbe non essere finita qui: vale tantissimo, infatti, il discorso legato ai pochi punti da difendere fino alla fine dell’anno. Un dato che potrebbe portarla non tanto lontano dalla coda delle Big Four (Swiatek-Gauff-Sabalenka-Rybakina) del tennis attuale. In particolare, l’obiettivo più vicino è quello costituito dall’americana Jessica Pegula, ferma a quota 4665 perché eliminata al secondo turno dalla cinese Xinyu Wang. A Jasmine basterebbero due vittorie ulteriori, ma non sono facili gli ostacoli, sempre made in USA: prima Madison Keys, che sull’erba ha ottime credenziali, e poi Coco Gauff che sa di avere davanti un’occasione enorme per uno Slam.