Ce l’hanno fatta, ma che fatica e a quale prezzo. Dopo una lunga riunione del Bureau la delegazione dei 5Stelle a Strasburgo è stata accettata da Left, l’eurogruppo di estrema sinistra dove siede anche Avs. La grande famiglia rossa che – parola di capogruppo – “rappresenta l’antifascismo, la lotta per i diritti dei lavoratori e persegue un’azione ambiziosa sul clima e si oppone all’austerità”.
Dopo 5 anni senza un’abitazione e tante peregrinazioni con il cappello in mano alla ricerca di un gruppo parlamentare, i 5Stelle ora esultano. E glissano su un particolare non irrilevante: saranno in prova per sei mesi. Proprio così. I vertici di Left parlano di una ‘reciproca osservazione’ ma la verità è che non pochi colleghi hanno storto il naso per il passato governo 5Stelle insieme alla Lega. E lo stesso compagno Nicola Fratoianni (Avs è l’unico partito italiano in Left) frena. E non dimentica l’alleanza del partito contiano con Farage. “C’è bisogno di costruire un rapporto di fiducia. Rafforzare le nostre relazioni, verificare la nostra empatia reciproca”.
Insomma calma e gesso, il leader di Avs si dice contento, ma ribadisce che “è una scelta che hanno fatto loro”. Difficile mandare giù il boccone dell’ex premier Conte che firmava con Salvini i decreti per fermare la Sea-Watch e oggi con il suo partito siede vicino a Carola Rackete. Ma sono cambiati, dice Fratoianni. “Il Movimento 5Stelle adesso ha una strategia completamente differente. Lo stesso Conte ha detto che quei decreti non li avrebbe rifatti”.
“Per confermare la convergenza politica, The Left e M5S hanno concordato di prendersi un periodo di sei mesi con reciproco status di osservatore. Siamo fiduciosi – si legge in una nota di Manon Aubry, copresidente della Sinistra – che collaboreremo in modo costruttivo”. E ancora: “Questa decisione è stata presa in accordo con i nostri amici italiani di Sinistra Italiana e abbiamo assicurato che il M5S si allineasse alla nostra posizione politica”. Voilà il dado è tratto. Addio ai grillini delle origini, quelli del vaffa, della terza via oltre la destra e la sinistra, quelli con la giugulare gonfia contro la ‘casta’ che volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. Ora prestano fedeltà alla sinistra radicale dura e pura.
Giuseppe Conte, che non si è mosso da Roma e non si è certo sperticato nelle trattative, si autoincensa. “The Left è il gruppo europeo che ci consente di combattere e di essere coerenti con i nostri elettori sulle tre battaglie più importanti per noi. Soluzione di pace del conflitto russo-ucraino, contrasto del patto di austerità che si abbatterà sui nostri conti pubblici e su tutta l’Europa. E una transizione ecologica coerente, efficiente e a misura dei cittadini e delle imprese”. Soddisfatto pure l’europarlamentare Mario Furore che annuncia baldanzoso l’ingresso in Left. Ma dietro la crociata contro le destre sovraniste si nascondono anche motivi più prosaici, a partire dall’accesso ai finanziamenti. “Con The Left questo sarà possibile perché avremo gli strumenti legislativi per realizzare il nostro programma, un’opportunità che nei Non Iscritti veniva fortemente limitata”.
L'articolo Dalla terza via al pugno chiuso: i 5Stelle entrano in Left ma “in prova” per 6 mesi. Che brutta fine sembra essere il primo su Secolo d'Italia.