«Continua a emergere l’impegno del Governo a limitare il rinvio a provvedimenti attuativi». È quanto si legge nel monitoraggio trimestrale condotto dal dipartimento per il programma di governo, guidato dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. È una fotografia dello stato di adozione dei provvedimenti attuativi, ovverosia quelle norme di secondo livello che servono a far sì che le disposizioni legislative emanate dall’esecutivo producano gli effetti desiderati e che le risorse ad esse collegate arrivino effettivamente a terra, per aiutare le famiglie, dare ossigeno al tessuto produttivo e rilanciare l’economia nazionale.
Nelle stagioni passate si è abusato del rinvio a queste norme secondarie, con l’effetto deleterio di annunciare misure poi vanificate nei fatti e di creare una vera e propria zavorra di norme da adottare. Ebbene, l’ultima relazione ci dice che con il governo Meloni è cambiato lo spartito: il 61% dei provvedimenti legislativi dell’attuale esecutivo hanno infatti previsto nessuno o un solo provvedimento attuativo.
Questo cambio di marcia è osservabile anche dagli esiti dell’analisi economico-finanziaria, che «confermano ampiamente la tendenza a limitare il ricorso alla normativa secondaria per lo stanziamento delle risorse previste, così da renderle immediatamente disponibili», viene spiegato nella relazione. In particolare, evidenzia ancora il report, per gli esercizi finanziari 2022, 2023 e 2024, il 91,7% delle risorse, pari a euro 161.397.553.140,76, è collegato a norme che non rinviano ad alcun decreto attuativo (c.d. “autoapplicative”).
Se a queste sommiamo le risorse sbloccate con l’adozione dei provvedimenti attuativi, pari a euro 9.997.731.010,94, risulta che, al 28 giugno 2024, è stato messo a disposizione, per la realizzazione delle misure introdotte, il 97,4% (pari a euro 171.395.284.151,70) delle risorse complessivamente stanziate per gli esercizi finanziari 2022, 2023 e 2024.
Parallelamente, prosegue lo smaltimento dei decreti attuativi rimasti in sospeso, sia quelli collegati alle norme emanate dall’esecutivo corrente che quelli ereditati dai precedenti governi della passata legislatura. Anche qui, alla data del 28 giugno, si legge nella relazione, lo stock dei decreti attuativi non ancora adottati è pari a 488 provvedimenti: «È il minimo storico registrato negli ultimi 10 anni, alla medesima data».
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