Risuonerà una melodia famigliare, stasera, giovedì 4 luglio, in centro a Este. Famigliare alla città, più che agli atestini di oggi. Già, perché il debutto del “Videostoria Film Festival” prevede una chicca non da poco: dopo oltre settant’anni di oblìo, ritornerà a essere suonato quello che può essere considerato un vero e proprio inno della città di Este. Si intitola “Auguri alla Cittadinanza Estense”, è stato composto dal maestro Gaetano Castelvetri e per sette decenni e più è rimasto dimenticato in qualche archivio e chissà in quale altra vecchia soffitta. Lo eseguirà dal vivo la Banda Musicale di Lozzo Atestino, alle 21, nel chiostro dell’ex Vescovile.
Questa sera Este rivivrà dunque una pagina importante della sua storia culturale, innanzitutto con la proiezione del documentario “Fate largo, arriva la banda!” realizzato dall’associazione Videostoria: il filmato ripercorre i 130 anni di vita del glorioso Istituto Musicale Giuseppe Farinelli, dalla fondazione della Banda Civica nel 1827 fino alla fine delle sue attività nel 1958. Attraverso rari documenti d’archivio, fotografie d’epoca, strumenti musicali originali, il documentario racconta come la musica sia stata protagonista della vita culturale e sociale di Este, formando generazioni di musicisti e accompagnando i momenti più significativi della cittadina. Sarà il primo appuntamento del “Videostoria Film Festival”, che continuerà poi il 20 luglio e il 9 agosto.
Momento clou della serata, come anticipato, sarà l’esibizione della Banda di Lozzo, che per la prima volta dopo oltre 70 anni eseguirà in pubblico “Auguri alla Cittadinanza Estense”, marcia del maestro Gaetano Castelvetri, una sorta di inno della città di Este. «Lo spartito di questo brano è rimasto chiuso nella cassaforte del Comune per decenni», spiega Giacomo Brochin, presidente di Videostoria. «È riemerso solamente pochi mesi fa in seguito al recupero dell’archivio comunale, dove era conservato in pessimo stato di conservazione anche il fondo dell’Istituto Farinelli, ma soprattutto con l’apertura della cassaforte comunale: in un elenco trovato in questo luogo era citata la marcia composta da Castelvetri».
Ne è nato un incrocio di fonti e ricerche, tra cassaforte, archivio del Comune ma anche del Gabinetto di Lettura, fondo dell’Istituto e vecchi depositi privati. È quindi emerso lo spartito, composto l’1 gennaio 1950 dal maestro Castelvetri, omaggio al sindaco di allora Giovanni Guariento e all’intera città: la marcia per banda era usata nelle cerimonie pubbliche, in esibizioni pubbliche, nel tradizionale concerto di Capodanno e nella rassegne del Club Ignoranti.
Lo spartito è stato sapientemente lavorato da Maurizio Gamberini e Daniele Garbin della Banda di Lozzo e oggi, appunto, uscirà da quell’oblìo cominciato di fatto nel 1959, anno della morte di Castelvetri e del declino della banda cittadina. E chissà che il Comune non se ne innamori, facendolo diventare davvero l’inno ufficiale della città. —