L’allungarsi inesorabile delle liste d’attesa è la cartina di tornasole di un Sistema sanitario in difficoltà, che fatica a soddisfare i bisogni di salute della popolazione.
La situazione è stata esasperata dalla pandemia che ha costretto gli ospedali a sospendere gran parte dell’attività non urgente, cosicché ci si ritrovati a emergenza finita con migliaia di prestazioni arretrate da recuperare. Il Governo e a cascata la Regione, hanno iniettato risorse aggiuntive in tutte le aziende sanitarie per consentire di incrementare i volumi di attività e smaltire le liste d’attesa.
L’Usl 6 Euganea ha ridotto drasticamente le liste di attesa nell’ultimo anno. Da maggio 2023 a maggio 2024 l’attesa degli appuntamenti a 30 giorni è stata ridotta dell’83% passando da 82.811 prestazioni “galleggianti” alle 13.913 attuali; mentre l’attesa per le prestazioni entro i 90 giorni è stata ridotta del 62%, passando da oltre 74 mila a poco più di 28 mila.
Restano ancora delle situazioni difficili: le prime visite di dermatologia, ortopedia, gastroenterologia e pneumologia per le ricette a 30 giorni e le prime visite oculistica, esofagogastrica e colonscopia per le ricette a 90 giorni. Mentre rispetto ai ricoveri chirurgici la risposta dell’Euganea sfiora il 100%.
Tutto questo tenendo presente che ogni anno vengono erogate complessivamente 3, 2 milioni di prestazioni ambulatoriali.
«Abbiamo lavorato duramente in gruppo» spiega il direttore sanitario Aldo Mariotto, «ricorrendo all’aumento degli orari istituzionali, al privato accreditato e a contratti specifici».
«Nel complesso le cose vanno bene» sottolinea il direttore generale Paolo Fortuna, «ma siamo un po’ preoccupati rispetto alle singole prestazioni. Questo soprattutto perché facciamo fatica a trovare alcuni specialisti».
Serve l’aiuto di tutti: «Noi stiamo facendo il massimo», sottolinea Fabio Verlato, direttore del distretto Padova-Bacchiglione e responsabile unico delle liste di attesa (Rua), «ma serve lavorare anche sulla domanda - che deve essere appropriata - e sulla presa in carico dello specialista». Insomma basta prestazioni inutili e tanta formazione (e motivazione) per chi lavora al Cup, troppo spesso bersaglio di preoccupazione, rabbia e frustrazione del paziente.
«Non dimentichiamo» aggiunge Michela Barbiero, direttrice amministrativa dell’Euganea, «che dal 2020 stiamo lavorando con lo stesso personale garantendo più servizi».
Eppure alcune criticità restano: il paziente costretto a spostarsi per 40-60 chilometri da casa, indirizzato di volta in volta verso gli ospedali di Piove di Sacco, Schiavonia, Abano, Monselice perché lì c’è posto; le difficoltà di stare al passo con le prenotazioni digitali; un 10-15% di persone che rinunciano (erano 30% l’anno scorso) o si rivolge al privato.
Il problema delle liste d’attesa non è così accentuato nell’Azienda ospedaliera universitaria dove negli ultimi 12 mesi di fatto il numero contenuto di appuntamenti in sospeso ha trovato collocazione. In particolare non ci sono sospesi per le priorità a 10 giorni né per quelle a 30 giorni, mentre i sospesi a 90 giorni sono crollati da 269 a 16.
«Le prestazioni per cui facciamo più fatica a garantire subito l’appuntamento» sottolinea Ezio Ferrari, Cup Manager nominato dal direttore generale Giuseppe Dal Ben come referente delle liste d’attesa, «sono tac e risonanze più complesse, esami che eseguiamo soltanto noi e che sul territorio non trovano risposta».
L’anno scorso le prestazioni ambulatoriali sono state il 6% in più e rappresentano il 10% del totale erogato in Veneto: «Per incrementare l’attività abbiamo disposto aperture straordinarie degli ambulatori» conferma Ferrari, «lavorando in orario serale, il sabato e la domenica: nei primi mesi di quest’anno le sedute straordinarie stanno registrando quasi il doppio di quanto fatto l’anno scorso».
L’Azienda ospedaliera è stata poi di grande aiuto all’Usl 6 Euganea: «Nel secondo semestre del 2023 abbiamo erogato oltre 5.400 prestazioni per conto dell’Euganea, altre 8.667 nei primi sei mesi di quest’anno principalmente ecografie, visite dermatologiche e ortopediche. Con l’Usl lavoriamo in stretta sinergia, con una divisione di competenze e territorialità che consente di ottimizzare le risposte all’utenza. Abbiamo inoltre stretto collaborazioni anche extraprovinciale con le altre Usl per determinate specialità» sottolinea Ferrari, «e avviato un monitoraggio che ci consente di modulare l’offerta in tempo reale». —