La battaglia per il salario minimo “è ancora viva”. È l’annuncio che arriva da Partito democratico, Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi Sinistra, che in una conferenza stampa alla Camera hanno rilanciato la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare, grazie alla adesione di un nutrito gruppo di associazioni. La proposta di legge è stata depositata da Pd, M5s e Avs presso la Corte di Cassazione e annunciata in Gazzetta Ufficiale il 2 maggio e può essere sottoscritta presso i banchetti diffusi su tutto il territorio nazionale e online sulla piattaforma dedicata (firme.salariominimosubito.it).
La conferenza stampa è stata promossa da Maria Cecilia Guerra (Pd), Valentina Barzotti (M5s) e Franco Mari (Avs). Per Guerra, anche se già si sarebbe raggiunto il numero minimo di firme (50mila), ora si cercherà lo sprint. “Azione e +Europa, che avevano firmato con noi la proposta di legge” di iniziativa parlamentare, “hanno ritenuto di non partecipare alla raccolta firme per una diversa valutazione sullo strumento”. “Sui contenuti” della battaglia “continueremo con loro”, ha spiegato. Sul fronte del salario minimo e della sanità l’obiettivo è allargare il campo anche ad “altre forze di opposizione” e che per quanto riguarda il Pd si cercherà di raccogliere quante più firme possibile soprattutto in occasione delle feste dell’Unità. La raccolta andrà avanti fino a settembre e potrà intersecarsi con quella per il referendum contro l’autonomia differenziata.
“Il tema in Parlamento potrebbe arrivare” anche “per un’altra via” entro novembre perché “bisogna recepire la direttiva Ue sul salario minimo“, ha rimarcato sempre la deputata dem. Nella raccolta “ci rivolgiamo” in particolare “a giovani e donne, ovvero due terzi del mercato del lavoro”. La pentastellata Barzotti ha sottolineato che questa “non è la prima conferenza sul salario minimo. Abbiamo fatto una proposta di legge di tutte le opposizioni, che poi è stata stravolta dal governo ed è stata trasformata in legge delega, tanto che l’abbiamo disconosciuta. Abbiamo depositato la proposta di iniziativa popolare in Cassazione e abbiamo avviato la campagna per la raccolta firme anche con rappresentanti della società civile“. Il messaggio è che serve dare “dignità” ai “lavoratori, che non sono ricattabili”. Mari, di Avs, ha affermato: “Non ci stancheremo mai di porre questa questione, il governo lo deve sapere. Noi non facciamo passi indietro“, “per noi è una battaglia di legislatura”.
L’adesione delle associazioni
Insieme ai parlamentari anche Giordano Bozzanca, presidente di InOltre che ha promesso: “Daremo il nostro contributo per raccogliere le firme”. Bozzanca ha annunciato appunto l’adesione alla raccolta firme delle associazioni: InOltre, UDU, Link Coordinamento Universitario, Acta in Rete, Primavera degli Studenti, Nuovi Orizzonti GD, ALS specializzandi, Federazione degli Studenti, Repubblica degli Stagisti, Coordinamento giovani giuristi italiani CoGita, Praticanti Avvocati, Unione degli Studenti, Rete della Conoscenza, Questa è Roma, Italiani Senza Cittadinanza, Rete degli Studenti Medi, Friday For Future Italia, Movimento giovanile della Sinistra.
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