Doveva trattarsi di un ritiro musicale-spirituale quello da cui si è allontanato Alex Marangon la notte tra il 29 e il 30 giugno, per poi far perdere le proprie tracce per giorni prima di riapparire sul greto del fiume Piave, senza vita. Secondo quanto riportato dall’edizione odierna di Repubblica, invece, nessuno è riuscito a controllare gli effetti della ayahuasca, la sostanza allucinogena assunta probabilmente dallo stesso Alex. Il corpo senza vita del 26enne di Marcon (Venezia) è stato ritrovato al terzo giorno di ricerche in un isolotto del Piave a Vidor, dove si era svolto il ritiro.
Il ritrovamento del corpo – Nel frattempo sono emerse nuove testimonianze sull’inspiegabile sparizione del 26enne veneto dal ritiro di due giorni nell’Abbazia Santa Bona di Vidor. Da quanto raccontato da alcuni presenti, quella a Vidor sarebbe stata una cerimonia di musica medica per appassionati di sciamanesimo: proprio per questo motivo ci sarebbe stata l‘assunzione dell’ayahuasca, una pianta allucinogena illegale in Italia. Dopo quasi tre giorni di ricerche, alle 14.30 di ieri (2 luglio), il cadavere del giovane è stato ritrovato con una tumefazione all’occhio e una ferita nell’addome, tutti segni compatibili con la caduta e il trascinamento nel fiume. La Procura ha annunciato che predisporrà l’autopsia il 5 o il 6 luglio
Cosa è l’ayahuasca – Le testimonianze sull’assunzione della pianta allucinogena, da anni utilizzata in Sud America dagli sciamani e considerata sacra, dovrà essere verificato dalla Procura di Treviso che si sta occupando del caso. Dalle testimonianze è emerso che sabato notte Marangon, al secondo giorno di assunzione della sostanza, è stato colto da una crisi che lo ha portato ad allontanarsi da solo e senza dare alcuna indicazione. Dopo i tentativi degli amici di trattenerlo, il ragazzo ha iniziato a correre e la sicurezza non è riuscito a bloccarlo alle porte del raduno. Su cosa sia successo successivamente, ancora solamente delle ipotesi: colto da allucinazioni o visioni, causate dalla sostanza assunta, il ragazzo potrebbe essersi ferito ed essere caduto nel Piave. Negli ultimi anni, in Italia, si è largamente diffuso l’interesse per questo tipo di raduni, sono poche tuttavia le persone esperte sull’assunzione della pianta, nonché gli sciamani in grado di spiegarne l’uso rituale.
Ci sarebbe un vero e proprio giro di pseudo sciamani, sia in Sud America che all’estero, che si improvviserebbero curanderi senza avere alcuna competenza su come gestire gli effetti dell’ayahuasca. Tra le possibili conseguenze dell’assunzione, crisi di ansia, angoscia e allucinazioni. La procura di Treviso ha aperto un fascicolo per morte in conseguenza di un altro reato. Se infatti la morte del ragazzo risultasse collegata all’assunzione della pianta allucinogena, la causa della possibile caduta nel fiume di Alex sarebbe molto più che un incidente. Per ora, nessuno si è ufficialmente esposto sull’ayahuasca, parlando genericamente di assunzione di tisane e infusi accompagnata dall’ascolto della musica. La ricostruzione dei carabinieri ha confermato, per ora, che l’evento è stato organizzato dal duo musicale ZuMusic inizialmente per poche persone e che poi la notizia si è diffusa velocemente.
L'articolo La strana morte di Alex Marangon, il sospetto: nel raduno di Vidor consumata l’ayahuasca, pianta allucinogena proibita in Italia proviene da Il Fatto Quotidiano.