L’ex presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, Pd, è stata condannata a due anni di reclusione dal tribunale di Perugia per due degli episodi contestati nel processo per la presunta manipolazione di concorsi banditi dall’Azienda ospedaliera e dall’Usl 1. Assolta invece “per non avere commesso il fatto” dall’accusa di associazione per delinquere. Reato quest’ultimo del quale sono stati invece ritenuti responsabili l’ex assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini, e l’ex segretario regionale del Pd e sottosegretario, Gianpiero Bocci, condannati il prima a tre anni e il secondo a due anni e sette mesi.
Barberini e Bocci erano entrambi finiti agli arresti quando deflagrò l’inchiesta, nell’aprile 2019. I presunti concorsi pilotati nella sanità portarono, dopo diversi tentennamenti da parte del Pd, alle dimissioni di Marini, che diventarono esecutive il 28 maggio 2019. Era stata eletta a governatrice una prima volta nel 2010 e poi confermata per un secondo mandato nel 2015. Il processo era cominciato il 16 marzo 2021 e si è arrivati ora al termine del primo grado di giudizio.
“Considero molto importante che si sia fatto definitivamente chiarezza che non ho mai promosso in questa regione un’associazione per delinquere ai danni del sistema sanitario regionale e di non averne mai fatto parte”, ha commentato Marini dopo la sentenza del tribunale di Perugia. “Questo lo considero un risultato importante“, ha aggiunto lasciando il palazzo di giustizia. “Rimangono in piedi – ha concluso Marini – alcuni resti tipici del pubblico amministratore, tra cui l’abuso d’ufficio, e sono serena che in secondo grado sapremo far valere le nostre ragioni”.
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