PAVIA. È morto Eligio Gatti, 71 anni, psichiatra, già direttore del dipartimento di Psichiatria dell’Azienda ospedaliera di Lodi, prima esponente dei Ds e poi del Partito democratico. È stato vicesindaco e assessore alla Cultura nelle giunte Albergati e presidente per due mandati, dal 2016 al 2022, dell’istituto musicale Vittadini che, sotto la sua guida, divenne conservatorio.
Una figura di spicco del mondo della politica pavese. Quel mondo che ora lo piange, ricordandone la competenza, la cultura, la sua attenzione ai fragili. Pavese, era innamorato della sua città dove si formò e alla quale si dedicò.
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In Consiglio dal 1993
Indipendente di sinistra, nel 1993 si candidò per la prima volta al consiglio comunale nella lista “Il Ponte” con Carla Torselli. La vittoria fu di Rodolfo Jannaccone Pazzi, primo sindaco della Lega, e Gatti sedette sui banchi dell’opposizione. Fu questo il momento della svolta. Iniziò infatti il suo percorso politico prima nei Ds e poi nel Pd.
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Nel 1996 si ricandidò al Mezzabarba e questa volta il neo sindaco Andrea Albergati gli affidò la carica di vice sindaco e gli assegnò l’assessorato alla Cultura. Si ripresentò nel 2000. Per il secondo mandato consecutivo lavorò a fianco sempre del sindaco Albergati e sempre come suo vice e alla guida della Cultura.
«Era una persona, aperta, di grande intelligenza e umanità e di cultura straordinaria – racconta Albergati -. Acuto e intuitivo, era capace di molta ironia e sapeva sdrammatizzare, cogliendo gli aspetti positivi delle situazioni. Aveva una personalità articolata e di grande livello. Raramente si vedono concentrate nella stessa persona così tante qualità». È un ricordo carico di affetto e stima quello dell’ex sindaco di Pavia che poi, di Gatti, dice: «Lo considero il mio maestro».
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Il Grande saggio
«Una volta mi disse di non avere paura dei conflitti perché fanno parte della politica e bisogna saperli gestire in ogni momento. E’ solo uno dei tanti insegnamenti che Eligio ha saputo regalarmi e che sono stati fondamentali. Nel periodo in cui abbiamo amministrato era il vero saggio della giunta. Tirava le fila e trovava le soluzioni migliori. Dal punto di vista politico, era persona molto radicale nei principi ma moderata nelle modalità di attuazione delle prassi. Per me è stato un riferimento anche dal punto di vista professionale».
Studente del liceo Taramelli, dopo la laurea e un’esperienza di studio negli Stati Uniti, Eligio Gatti lavorò a Pavia per un breve periodo per poi scegliere Lodi.
«Si impegnò nell’ambito del sociale come consulente di una cooperativa di Lodi che si occupa di disabilità – fa sapere Albergati -. Era persona buona e generosa, ricca dentro». E poi c’era la sua capacità di lungimiranza. «Era un visionario, sapeva guardare lontano e vedere gli effetti delle scelte nel lungo periodo. Non tutti hanno questa capacità. Il suo investimento nella politica non era totale, non era la sua ragione di vita e forse questo è il motivo per cui poteva permettersi di lavorare senza pensare alle prossime elezioni», racconta l’ex primo cittadino che poi ne ricorda la visione di città: «Dava estrema importanza alla cultura. Per lui era fondamentale che Pavia coltivasse in modo metodico il tema del sapere, centrale per il suo sviluppo».
Il cordoglio dei Dem
La morte di Eligio Gatti, scomparso dopo una breve malattia, scuote il mondo della politica e della cultura. «Una brutta notizia che temevo – dice Antonio Sacchi, consigliere comunale Pd –. Era un politico di razza, un uomo colto e una persona per bene. Ma era prima di tutto un amico con cui abbiamo vissuto momenti belli di politica e cultura. Non dimenticherò mai il suo sostegno e credo che sia stato uno dei più grandi esponenti politici di questa città».
C’è commozione tra le file dei democratici: «Come assessore ai Lavori pubblici sono stato al suo fianco nella seconda giunta Albergati – ricorda l’ex consigliere comunale dem Giuliano Ruffinazzi –. Si distingueva per la grande cultura, per la fine intelligenza, per la sua lungimiranza politica. Allora ero alla mia prima esperienza di amministratore e seppe aiutarmi, facendomi prendere dimestichezza con un ambiente non facile. Lo fece con la pacatezza, la capacità di ascolto e l’attenzione che lo contraddistinguevano. Fu un supporto fondamentale per me che iniziavo ad amministrare in una giunta costituita da personaggi di spessore. Mi agevolò ad entrare nel mondo della politica. Lo ricordo con grande affetto».
Riannoda i fili dei ricordi Antonio Campanella, già consigliere comunale Pd, che ogni settimana accompagnava Eligio Gatti nelle sue lunghe passeggiate lungo le strade del centro città. «Abitava vicino alla chiesa del Carmine, in Largo Panizza, e così ci incontravamo in centro per discutere di politica e di cultura. Aveva seguito con grande attenzione anche l’ultima tornata elettorale. Aveva a cuore la sua città che amava profondamente e lascia un vuoto importante» spiega Campanella, che ne sottolinea inoltre le doti sportive. «Amava lo sport e anche il nuoto, era un atleta. Prima la sua malattia e poi l’annuncio della sua scomparsa mi hanno colto di sorpresa: è una grande perdita. Le sue doti erano riconosciute da tutti. Continuava ad interessarsi di politica e seguiva con grande attenzione gli avvenimenti locali sui quali si esprimeva con intelligenza e acutezza. Era un intellettuale prestato alla politica dove ha lasciato un segno che rimarrà indelebile. Sapeva esserci quando avevo bisogno. Una disponibilità che aveva con tutti. Mancherà a questa città».
Gatti, che è stato socio della Canottieri, oltre ad essere stato presidente del Vittadini per sei anni, dal 2006 al 2022, era anche molto impegnato nel sociale. Lo ricorda così Massimo Zanotti, presidente dell’associazione Un nuovo dono che si occupa di persone con disabilità: «Eli era mio cugino ma più che altro per me era un fratello: da bambini la mia famiglia viveva sotto il suo appartamento in Largo Panizza. Sono cresciuto con lui e sua sorella Daniela e siamo tornati a frequentarci una volta in pensione. Con la sua estrema sensibilità ha subito condiviso le iniziative della nostra associazione fin dal 2015. È entrato nel consiglio e nel 2021 è diventato vicepresidente. Era una persona di grande valore, di cultura, apparteneva alla parte giusta del mondo, quella del bene. Una persona competente, capace, da sempre impegnato nel sociale, per la promozione del bene comune e nella difesa dei diritti delle persone più fragili».
I conservatori
Il presidente della Conferenza nazionale dei presidenti dei Conservatori di musica, Ivano Iai, ricorda «con commozione» Eligio Gatti: «Anche a nome del consiglio direttivo e di tutti i presidenti delle 73 Istituzioni accademiche italiane di musica, esprimo profondo rimpianto per la scomparsa terrena di un uomo illuminato, al cui rilevante contributo la città di Pavia deve il riconoscimento dello storico istituto di studi musicali quale Conservatorio di Stato - si legge in una nota - La famiglia e la città di Pavia conserveranno il privilegio di annoverare Eligio Gatti tra i suoi figli più illustri, come medico, amministratore pubblico e tenace animatore della solidarietà sociale, avendo egli sempre posto la musica e la cultura al centro dei propri percorsi professionali e umani».
Eligio Gatti Lascia la moglie Laura Trogni, magistrata, e la figlia Beatrice. I funerali si terranno giovedì alla chiesa del Carmine, l’orario martedì sera non era ancora stato fissato. —
