IVREA. «Il mio vicino mi ha avvisato alle tre di notte. Di solito tengo tre auto, in garage, stavolta per fortuna ne avevo solo due. Non ce l’avrei fatta a tirarla fuori, con la seconda l’acqua aveva già invaso la strada».
A parlare è Oscar Nasso, che abita in una delle case sul lato dichiarato “indifendibile” di via delle Rocchette. Quello più vicino al Borghetto, dove la strada curva e scende e dove Aipo e l’amministrazione comunale rinunciarono anni fa al prolungamento dell’argine.
L’allerta che non arriva
Nasso, verso l’una della notte tra sabato e domenica aveva ricevuto un messaggio, da un amico di Salerano, che era al corrente della piena.
Come mai da Ivrea non è arrivata nessuna allerta precedente alle 3 di notte? Come mai la protezione civile di Banchette era già allertata?
D’altronde, nel tratto indifendibile di via delle Rocchette, abitano 3-4 famiglie, non di più. Tutte perfettamente al corrente del rischio che si corre e pronte a tirar fuori le auto dai garage, in cui non tengono nient’altro. E quello che hanno chiesto, fondamentalmente, è un sistema di allerta.
Un sopralluogo con gabusi
Il sindaco Matteo Chiantore ha già parlato con i residenti ed è consapevole della situazione. Sull’indifendibilità di quel tratto di strada, dice: «Io non posso basarmi su una dichiarazione fatta anni fa, per quanto mi fidi dei miei predecessori. Vorrei rifare il punto con le istituzioni e infatti ho chiesto all’assessore alle Infrastrutture della Regione Piemonte, Marco Gabusi, di fare un sopralluogo. Alla luce dei cambiamenti climatici che sono in atto, vorrei che si stabilissero procedure comuni. Dobbiamo attivare un sistema di sirene per gli abitanti del quartiere, quando c’è la piena, è necessario un avviso che suoni. Opere o non opere ci vuole una strategia, comune», rimarca Chiantore.
Poi ci sono i dubbi infrastrutturali, legittimi, perché tanto si era investito sulla parte superiore dell’argine. «La domanda che ci si pone - prosegue Chiantore -, ma se noi finiamo l’argine oscurerebbe la strada e credo che questo non lo vogliano neanche i residenti. Con un sistema di sicurezza, invece, si sa che i garage non sono agibili, si sa c’è un sistema di sirene. Inoltre bisognerebbe valutare anche l’impatto sul ponte vecchio di metri cubi d’acqua che vanno a sbattere lì. Non escludo , però, che siano evoluzioni tecnologiche che ci permettano di farlo. Quello che possiamo fare da subito è attivare un sistema di gestione dell’emergenza».
I residenti hanno pulito il fango
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Nel frattempo i residenti hanno pulito da soli il tratto di strada coperto dal fango. O almeno, hanno fatto il grosso del lavoro e ormai nella strada non si affonda più. «Spero vengano il prima possibile almeno a pulire il resto», confida Nasso, che ha affittato anche una piccola ruspa per togliere il fango. Poco più in là, al sole, ci sono anche degli oggetti che erano stipati in un garage di un vicino di casa e sono finiti a mollo.
L’argine e la sponda
Parlare di dissesto idrogeologico a Ivrea, d’altronde, significa parlare di via delle Rocchette. Case, cantine, costrette a ripiombare ogni volta nello stesso incubo vissuto nel 1994, nel 2000, nel 2020. Eppure il pericolo maggiore per via delle Rocchette è stato scongiurato. Con un intervento finanziato da Aipo, che è costato oltre 128mila euro, si è evitata l’erosione della sponda, che avrebbe voluto dire: crollo di via delle Rocchette. Parliamo di circa 70 metri lineari di blocchi ciclopici e di un totale di 2mila metri cubi. I lavori si sono conclusi in circa tre mesi nel maggio 2022.
Invece l’argine nella parte superiore è stato terminato nel 2016.