Rimuovere l’habitat di una lumaca acquatica portatrice di parassiti e ridurre il livello di infezione nella comunità locale, il tutto generando più mangime e compost per gli agricoltori locali. Questa la brillante soluzione scaturita da una collaborazione di scienziati provenienti da Stati Uniti e Senegal per rimuovere la vegetazione acquatica in eccesso dalle aree a monte della diga di Diama, nel nord-est del Senegal. La tecnica, riportata sulla rivista Nature, ha dimostrato di generare impatti positivi sulla salute e sull’economia delle comunità locali. “È raro e gratificante quando possiamo trovare una potenziale soluzione ‘win-win’ sia per la salute umana che per i mezzi di sussistenza”, ha affermato David López-Carr, professore di geografia dell’UC Santa Barbara e coautore del lavoro.
Lo studio prova la tesi che vede nelle attività agricole, incluso l’uso di fertilizzanti, i responsabili della crescita della vegetazione acquatica, che a sua volta favorisce la diffusione di infezioni parassitarie. “I risultati suggeriscono una soluzione semplice per avere un impatto positivo sulla società all’incrocio tra salute, società ed economia del Senegal settentrionale, con implicazioni per oltre 700 milioni di persone in tutto il mondo nelle aree endemiche di schistosomiasi”, ha aggiunto López-Carr. La ricerca è frutto degli sforzi dei ricercatori per ridurre nel nord-est del Senegal la prevalenza della schistosomiasi, una malattia parassitaria seconda solo alla malaria in termini di impatto. Questa colpisce 240 milioni di persone in tutto il mondo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dominando in aree tropicali e subtropicali, in luoghi privi di un’adeguata qualità dell’acqua e di servizi igienici, mettendo a rischio la salute di circa 700mila persone.
La rimozione della vegetazione associata a una lumaca che ospita il parassita del sangue si è, dunque, dimostrata efficace nel ridurre i tassi di infezione, e non solo: il materiale vegetale potrebbe essere riutilizzato come mangime per il bestiame e compost a basso costo. “Trasformando un pericolo per la salute pubblica in una risorsa preziosa, la ricerca offre una soluzione che va a vantaggio sia della salute umana che dell’ambiente”, ha dichiarato l’Ecological Society of America, la più grande organizzazione nazionale di ecologisti professionisti. L’ESA ha assegnato al gruppo di ricerca il premio 2024 Sustainability Science Award, per “il lavoro scientifico che offre il massimo contributo alla scienza emergente della sostenibilità ecosistemica e regionale attraverso l’integrazione delle scienze ecologiche e sociali”.
Secondo l’ESA, il lavoro “è un esempio lampante di come le pratiche sostenibili possano migliorare significativamente la ricchezza, la salute, l’accesso al cibo e all’acqua, incarnando i principi della scienza della sostenibilità e offrendo un modello per le sfide ecologiche e sociali globali”. La squadra di scienziati è stata anche insignita del titolo di Campione nazionale statunitense e Campione internazionale per il Frontiers Planet Prize dell’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti, che “celebra le scoperte nel sistema terrestre e nella scienza planetaria che affrontano le sfide ambientali che l’umanità sta affrontando e consentono alla società di rimanere entro i confini ecologici sicuri del nostro pianeta”.
di Lucrezia Parpaglioni
L'articolo Sperimentata con successo in Senegal una tecnica per contrastare la schistosomiasi, patologia che colpisce 240 milioni di persone nel mondo proviene da Il Fatto Quotidiano.