Come giudichi il debutto di ieri?
Molto bene. I primi turni sono sempre complicati. Ieri c’è stato qualche scivolone di troppo considerando che i campi sono davvero molto umidi. Qui a Wimbledon i primi turni sono sempre difficili, in generale le gare sull’erba e Halle ne è stata la dimostrazione.
Rispetto ad Halle ci sono state delle differenze?
Abbiamo vinto un gran match ieri, Halle è la dimostrazione del fatto che i match su erba sono sempre punto a punto. Anche lì abbiamo vinto tre partite al terzo set, vivendo momenti difficili. Anche ieri non era semplice contro Hanfmann che ha cominciato a giocare molto bene a un certo punto.
Che difficoltà ci sono nell’affrontare un avversario che conoscete già come Matteo Berrettini? Cambia la routine?
La routine è sempre la stessa, l’unica differenza, se vogliamo è che si tratta di un derby, ma ormai siamo abituati anche a questo. Giocare contro gli italiani è all’ordine del giorno perché ce ne sono così tanti in giro che è quasi normale fare derby.
A livello tecnico, il diritto stretto da seguire a rete sul quale avete lavorato tanto in questi anni quanto è importante sull’erba?
Ci sono tante piccole cose che fanno la differenza, come il fatto di essere più sicuri sugli slice, il fatto di aver fatto qualche serve and volley, che su questa superficie serve sempre. Sapere di avere meno punti deboli su cui l’avversario può insistere certamente aiuta.
Come state vivendo la vigilia di questo match con Berrettini?
Oggi abbiamo già finito l’allenamento. Jannik si vede che è anche un buon meteorologo, perché ha scelto di allenarsi alle 11, quindi abbiamo finito prima della pioggia [o forse voleva andare a vedere il match di Anna Kalinskaya nel pomeriggio n.d.r.]. Ci siamo allenati con Sonego, ora c’è la fisioterapia, e stasera probabilmente cucinerà.
Si è notato qualche cambiamento da quando è diventato n. 1 del mondo?
È sempre lo stesso, noi ci poniamo sempre nuovi obiettivi: lui ha vinto il suo primo Slam quest’anno, è diventato n. 1 del mondo, e ora c’è da rimanere n. 1 e andare a vincere qualche altro Slam. Il suo atteggiamento con noi non è cambiato, non so se è cambiato con voi…
Ti ha sorpreso il fatto che abbia rivelato con grande tranquillità il suo rapporto con Kalinskaya?
Sicuramente sta crescendo, e man mano che cresce si prende più responsabilità. Sta facendo vedere di più la sua personalità.
Il lavoro a livello fisico che doveva arrivare al suo compimento alla fine di quest’anno, aggiungendo quei 3-4 kg di muscoli che alla fine sono arrivati, si può considerare concluso, anche se ovviamente non si finisce mai di lavorare e di provare a migliorare?
Credo di sì, magari si può mettere ancora qualche muscolo in più, ma non troppo, perché non bisogna esagerare nel mettere troppa massa. Tuttavia queste sono domande che dovreste fare a Umberto [Ferrara]. Dal mio punto di vista credo che le sue qualità debbano rimanere la rapidità, la velocità negli spostamenti, e se si va a mettere troppa massa muscolare si perde da altre parti. Lui non ha bisogno di più forza, la palla gli esce già abbastanza velocemente.
C’è un colpo che voi considerate la cartina tornasole di Jannik? Quello che vi dice se è una buona giornata o no?
Jannik è un giocatore molto completo, ma quando entra in campo e colpisce pulito il rovescio, che è il suo colpo naturale, allora vuol dire che è una buona giornata.