Niccolai Comunardo, che oggi è andato via all’età di 77 anni, è stato un signor difensore. Eppure viene ricordato per gli autogol, anche ingiustamente sul piano storico, giacché due difensori di levatura ancora superiore(Riccardo Ferri e il grande Franco Baresi) lo superarono in questa sfortunata classifica. Un nome legato alla storia vittoria dello scudetto del 1970 del Cagliari di Scopigno e Riva.
Stopper roccioso e adatto ai tempi, Comunardo Niccolai in Serie A ha collezionato 225 presenze, segnando 4 reti. Nella stagione magica del 1969/70, con alla guida l’allenatore filosofo Manlio Scopigno, Niccolai vinse il leggendario scudetto con il Cagliari trascinato da Gigi Riva e Albertosi. Una vittoria che gli valse la convocazione di Furio Valcareggi per i mondiali del Messico nei quali collezionò tre presenze diventando vice-campione del mondo.
Il difensore fu protagonista di una serie di autoreti sfortunate. L’episodio più celebre e singolare però non fu un’autorete, ma un tentativo di autogol, fallito ma sfociato in un rigore contro, avvenuto il 13 febbraio 1972 verso la fine della partita Catanzaro-Cagliari (18ª giornata del campionato di calcio 1971-1972). Al 90′ il Cagliari stava vincendo a Catanzaro per 2-1 e la squadra locale stava tentando, in uno stadio che era ormai una bolgia, l’ultimo assalto per cercare il pareggio nell’area di rigore del Cagliari. Nell’azione il libero del Cagliari Giuseppe Tomasini riuscì a togliere il pallone all’ala destra del Catanzaro Alberto Spelta, che finì a terra in area di rigore, mentre il pallone arrivò a Niccolai che si trovava fuori area; l’arbitro Concetto Lo Bello non avendo ravvisato alcuna irregolarità non interruppe il gioco ma proprio in quel momento si udì un fischio dagli spalti.
Niccolai, nella confusione dello stadio, pensò che il fischio provenisse dall’arbitro e sanzionasse con il rigore l’azione appena avvenuta; quindi stizzito reagì indirizzando un forte tiro nello specchio della sua porta, tiro che sarebbe entrato in rete se il difensore del Cagliari Mario Brugnera, che si trovava sulla linea di porta, non lo avesse deviato con le mani in tuffo sulla sua sinistra. Il rigore, questa volta inevitabile, fu tirato con successo dallo stesso Spelta e permise al Catanzaro di pareggiare 2-2 al 90′ la partita.
Uomo gentile e dolce, Comunardo Niccolai appartiene a quel calcio vero in cui passione e rispetto erano elementi fondamentali. L’attaccamento alla maglia, la dedizione al proprio lavoro, ingaggi dignitosi e non certo paragonabili ai contratti oggi. Un abbraccio Comunardo, e fai un bel gol nella tua porta, ora che sei in Paradiso.
L'articolo Addio a Niccolai, l’eroe di Sardegna famoso per gli autogol. Un campione di gentilezza sembra essere il primo su Secolo d'Italia.