I quattro tornei dello Slam sono sempre stati differenti. Vuoi per l’atmosfera, la posta in palio, o l’epicità di una partita combattuta che si protrae al quinto set. Teatro di scontri titanici, il quinto set è una partita dentro la partita, dove si vince prima di tutto con la testa, come sa bene Novak Djokovic. Ma cosa pensano i tennisti delle partite al quinto?
Alcuni cercano di chiudere prima, altri magari si esaltano nell’affrontarle. Nella prima giornata di Wimbledon, a diversi giocatori è stato chiesto in conferenza stampa un pensiero sul set decisivo nei Major, già da qualche anno uniformato con il super tie-break che ha sostituito il prosieguo ad oltranza. Ecco che cosa ne pensano alcuni dei protagonisti.
GRIGOR DIMITROV: “Onestamente, penso che sia bellissimo perché hai praticamente sette partite da vincere al meglio dei cinque. Hai un giorno di riposo nel mezzo, che in un certo senso aiuta. A tal fine, credo davvero in questi tornei, mi piace molto questo formato. Non ho mai nemmeno pensato ad un formato diverso ad essere onesto”.
DANIIL MEDVEDEV: “Guarda, ho sempre detto che le partite al quinto sono spettacolari. Ma se me lo chiedi, preferirei i tre set. Questa è solo la mia opinione personale, nemmeno io ho una spiegazione valida per questo. Ciò che è vero è che un match al quinto è molto più intenso mentalmente e fisicamente. Come ho fatto all’Australian Open quest’anno, dove ho ricordi davvero speciali a causa delle partite al quinto set che ho vinto”.
Prosegue ancora il russo: “penso che cinque set siano molto più difficili per il tuo corpo, ci possono essere infortuni. Da quello che ho sentito da tante persone in TV, se hai un match al quinto set che dura cinque ore è fantastico e rimane dentro la storia. Ma già dopo essere arrivati al quarto set, magari di una partita da 3 ore e 30, penso che molte persone smettono di guardarla di tanto in tanto. In generale, penso che per gli spettatori non sia facile e per i giocatori è lo stesso. Tutti questi piccoli dettagli mi vanno bene per un match di tre set. Allo stesso tempo noi avremmo un record diverso, magari più titoli se si giocasse solo su tre set”.
STAN WAWRINKA: “Penso che non dovrebbero essere mai tolti i match al meglio dei cinque set. I cinque set ci sono sempre stati, è la storia dello sport e ciò che lo rende anche bello. Duro mentalmente, fisicamente. Penso che fisicamente non sia il torneo sui cinque set a renderlo difficile. Riguarda più la stagione, la lunghezza, tutto il torneo in ogni momento. Quello lo rende difficile per il corpo. Penso che i tornei del Grande Slam e i cinque set debbano continuare ad esserci“.
CARLOS ALCARAZ: “Se devo scegliere, io preferisco i cinque set, penso che sia più difficile sconfiggere i grandi giocatori al quinto. Mi vedo come un giocatore davvero bravo nel quinto set, mi sento più a mio agio in una partita da cinque set. Ho più possibilità di rimontare nel caso andassi sotto due set o due set a uno, sento di aver più tempo per tornare in partita”.